lunedì 14 luglio 2014

Pueri aeterni?

Un uomo e una donna passeggiano per Corso Como a Milano. In sequenza, due tra i “buttadentro” di cui al post precedente gli chiedono: “Ragazzi, un happy hour?”. Al secondo, l'uomo risponde, indicandosi allegramente alcuni capelli grigi: “Ragazzi?!”.
Il “buttadentro” inscena una faccia stupita escogitata appositamente e ribadisce con forza, come se l'uomo avesse messo in dubbio una verità sacra: “Sì, ragazzi!”.

Il barbuto assiso è Dioniso ( nell'originale greco antico Διόνυσος ), che tiene sulle ginocchia il suo sé infante: Iacco (Ἴακχος), puer aeternus della mitologia ellenica. Nel 1912 lo psichiatra Carl Gustav Jung riprese quest'ultimo soggetto per definire uno dei suoi archetipi

Ma perché a uno che ha già un po' di capelli bianchi, non prematuri, dovrebbe senza ombra di dubbio far piacere esser chiamato ragazzo da un cameriere assai più giovane di lui? In fondo un ragazzo è per definizione un individuo che non ha ancora raggiunto la piena maturità.
Ah, questa avversione per l'invecchiamento! Ma “C'è qualcosa di più triste che invecchiare, ed è rimanere bambini” (Cesare Pavese, Il mestiere di vivere – Diario 1935-1950, Einaudi, Torino, 2000).



Nessun commento:

Posta un commento