venerdì 7 agosto 2015

Vita artificiale

Una delle scene iniziali del film Blade Runner (1982)

La maggior parte degli abitanti delle nazioni post-industriali vive la giornata in ambienti artificiali, con caldo artificiale in inverno e fresco artificiale in estate; in casa, nel luogo di lavoro, sui mezzi di trasporto. Va bene: è un gran vantaggio per il benessere. Basta che, onde evitare l'incoerenza, chi s'infervora per il “naturale” (cibi, ambiente ecc.) tenga presente questa artificiosità imperante.

John Muir (1839-1914)

Condizionati all'egocentrismo

L'aria condizionata non è simbolo di un tratto onnipresente nella società: l'egocentrismo? Io chiuso qui dentro nel mio ambiente sto bene. Sì, ma a discapito di chi sta fuori, perché i condizionatori d'aria per rinfrescare un interno emanano aria calda all'esterno. Siccome, almeno in città, sempre più persone hanno l'aria condizionata in casa e in automobile, non s'è creato un consorzio di tanti micro-ambienti egocentrici? E chi ne è fuori, s'arrangi.


Avvoltoi accalorati

In Italia, lo scorso luglio è stato parecchio caldo, benché un normale caldo estivo.
Tripudio dei soliti giornalisti scandalistici e dei meteorologi conniventi (vedi i post dell'anno scorso al riguardo: http://gruppoamoha.blogspot.it/2014/06/qualche-anno-fa-le-previsionimeteorolog.html; http://gruppoamoha.blogspot.it/2014/07/giornalisti-bucaioli.html).


Il tono è, come sempre, questo: “L'Italia stretta in una morsa di caldo insopportabile [in alternativa “infernale” o simili aggettivi mirabolanti, ndr]... Allarme salute nelle città... Basti pensare che un novantacinquenne cardiopatico è morto mentre faceva jogging a mezzogiorno!”.


Tali meschine euristiche di giudizio possono influenzare la percezione del calore di tanti individui suggestionabili o comunque esagerare la valutazione della situazione oggettiva.
In più, l'ormai diffusissima aria condizionata può aver diminuito in molti cittadini la capacità di sopportazione del calore; e al fastidio della temperatura esterna s'aggiunge quello dell'esposizione repentina a essa in uscita da un ambiente più freddo.

Allarmismi atmosferici

Dopo aver ingolfato i loro servizi di esagerazioni sul caldo di quest'estate, oggi un conduttore di uno dei telegiornali italiani più populisti ha annunciato che per domenica è previsto un leggero calo delle temperature nel Nord-ovest dell'Italia, “ma soprattutto” nubifragi. Perché soprattutto?! Sempre il perseguimento dell'allarmismo?


Dimenticanze stagionali

Se nel calore dell'estate ricordassimo il freddo dell'inverno...




Fa caldo

Temperatura massima registrata sulla Terra: 56,7 gradi centigradi, rilevata il 10 luglio 1913 a Furnace Creek (che non a caso significa “Fosso della fornace”), nella Death Valley californiana (che non a caso significa “Valle della morte”). Il luogo più caldo è Dallol, in Etiopia, con una temperatura media annuale di 34 gradi centigradi.

Furnace Creek

Temperatura massima registrata in Italia: 48,5 gradi centigradi, a Catenanuova, in provincia di Enna.

Resti megalitici sul Monte Scalpello, presso Catenanuova

Invece, “A Milano non può fare caldo” (Totò in Totò, Peppino e... la malafemmina)

Scena del film Totò, Peppino e... la malafemmina (1953)

Guidatori svegli – “Corsie” riservate


Quello che si vede nella foto sul cruscotto di un'automobile è un permesso di parcheggio gratuito per medici in visita domiciliare urgente, cioè al capezzale (domicilio, appunto) di un malato. Il foglietto accanto al permesso del Comune informa: “Visita specialistica urgente via Respighi 2 ore 8.30”.
L'automobile si trovava parcheggiata a Milano in Via Fontana, davanti al numero civico 6, fra strisce blu che indicano la sosta a pagamento (vedi Google Maps al sito: https://www.google.it/maps/@45.46192,9.203985,3a,75y,161.54h,67.4t/data=!3m4!1e1!3m2!1s0V0BtnlqxeK78a6TIemj3w!2e0). Secondo Google Maps, Via Fontana 6 dista duecentonovanta metri da Via Respighi 2, che si percorrono a piedi in quattro minuti.
La foto è stata scattata alle 10.37 e sono stati oscurati la targa dell'auto e il nome del medico. Da una breve indagine, risulta trattarsi di un'oculista assunta in un poliambulatorio di Via Santa Croce 10a. In Via Respighi 2 risulta esserci un altro poliambulatorio della stessa azienda sanitaria.
Riassumendo questi dati, sembra di poter trarre la seguente conclusione: un'oculista ha parcheggiato gratuitamente in un posto altrimenti a pagamento, con permesso per medico in visita domiciliare urgente ed è andata a fare una visita specialistica urgente dalle 8.30 alle 10.37 come minimo, in un poliambulatorio della stessa azienda per cui lavora oppure a un suo paziente che abita proprio nel palazzo dove c'è il poliambulatorio.