martedì 30 dicembre 2014

Non-propositi di Capodanno

Il comandante Barry Wilmore e l'ingegnere Terry Virts della NASA, International Space Station. Dalla loro posizione, festeggiano sedici capodanni in un giorno: il tempo è relativo

Forse il migliore dei buoni proposito da fare a Capodanno è non fare buoni propositi, ché tanto non li si mantiene.

(Calvin e Hobbes)


Cent'anni dopo la “tregua di Natale” – In memoria

Scene dal film Oh! What A Lovely War, di Richard Attenborough

“Benché nessun accordo ufficiale tra i belligeranti fosse stato pattuito, nel corso del Natale del 1914 circa 100.000 soldati britannici e tedeschi furono coinvolti in un certo numero di tregue spontanee lungo i rispettivi settori di fronte nelle Fiandre. I primi episodi ebbero luogo durante la notte della vigilia, quando soldati tedeschi iniziarono a porre decorazioni natalizie nelle loro trincee nella zona di Yipres (in particolare nel settore dei villaggi di Saint-Yvon/Saint-Yves, Plugstreet/Ploegsteert e Comines/Warneton), dove Bruce Bairnsfather (noto umorista e cartoonist britannico, all'epoca capitano di un'unità di mitraglieri del Royal Warwickshire Regiment descrisse l'episodio: i tedeschi presero a mettere candele sul bordo delle loro trincee e su alcuni alberi nelle vicinanze, iniziando poi a cantare alcune tipiche canzoni natalizie; dall'altro lato del fronte, i britannici risposero iniziando anche loro a cantare, e dopo poco tempo soldati dell'uno e dell'altro schieramento presero ad attraversare la terra di nessuno per scambiare con la controparte piccoli doni come cibo, tabacco, alcolici e souvenir quali bottoni delle divise e berretti.

Soldati tedeschi del 134º Reggimento sassone e britannici del Royal Warwickshire Regiment si incontrano nella terra di nessuno il giorno di Natale del 1914”

In molti casi gli episodi di fraternizzazione proseguirono anche la mattina di Natale: una forte gelata indurì il terreno e disperse l'odore di putrefazione dei cadaveri insepolti, e diversi gruppi di soldati dei due schieramenti si incontrarono nella terra di nessuno per scambiarsi doni e scattare foto ricordo; il livello di fraternizzazione fu tale che vennero persino organizzate improvvisate partite di calcio tra i militari tedeschi e quelli britannici.

Inglesi e tedeschi insieme durante la “tregua di Natale” (Getty Images)


La tregua fornì poi l'occasione per recuperare i caduti rimasti abbandonati nella terra di nessuno e dare loro sepoltura; durante questa fase, furono organizzate anche funzioni religiose comuni per tutti i caduti. Nei settori del fronte interessati dalla tregua l'artiglieria rimase muta e non si verificarono combattimenti su vasta scala per tutto il periodo natalizio; anche così, comunque, in alcuni casi soldati che si avvicinavano alle trincee nemiche furono presi a fucilate dagli avversari. Nella maggior parte dei settori interessati la tregua durò solo per il giorno di Natale, ma in alcuni casi si prolungò fino alla notte di Capodanno.



Bruce Bairnsfather, testimone degli avvenimenti, scrisse: 'Non dimenticherò quello strano e unico giorno di Natale per niente al mondo... Notai un ufficiale tedesco, una specie di tenente credo, ed essendo io un po' collezionista gli dissi che avevo perso la testa per alcuni dei suoi bottoni [della divisa]... Presi la mia tronchesina e, con pochi abili colpi, tagliai un paio dei suoi bottoni e me li misi in tasca. Poi gli diedi due dei miei bottoni in cambio... Da ultimo vidi uno dei miei mitraglieri, che nella vita civile era una sorta di barbiere amatoriale, intento a tagliare i capelli innaturalmente lunghi di un docile "Boche", che rimase pazientemente inginocchiato a terra mentre la macchinetta si insinuava dietro il suo collo'.
Un altro testimone britannico, il capitano Sir Edward Hulse Bart, riferì che il primo interprete che incontrò nelle linee tedesche era originario del Suffolk, dove vi aveva lasciato la propria ragazza e la propria motocicletta; Hulse Bart descrisse anche di una canzoncina "terminata con un 'Auld Lang Syne' che unì noi tutti, inglesi, scozzesi, irlandesi, prussiani, württemburghesi etc. Fu una cosa assolutamente incredibile, e se l'avessi vista in una pellicola cinematografica avrei giurato che fosse una messiscena!'. Il tenente tedesco Johannes Niemann scrisse: 'afferrato il binocolo e scrutato con cautela oltre il parapetto, ebbi la vista incredibile dei nostri soldati che scambiavano sigarette, grappa e cioccolato con il nemico'.” (da Wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Tregua_di_Natale).

Resoconto di Steve Bassett

mercoledì 24 dicembre 2014

Auguri speciali


Auguri speciali a chi il giorno di Natale e feste limitrofe fatica. Auguri a chi in qualche modo non si si sente bene. Auguri a chi lavora: albergatori, conduttori di veicoli, forze dell'ordine, meccanici, pompieri, sanitari ecc.

La vita è meravigliosa” (It's a Wonderful Life, 1946)

lunedì 22 dicembre 2014

“La luce è l’ombra di Dio”

Gustavo Rol, studioso controverso, attribuì ad Albert Einstein la frase: “La luce è l’ombra di Dio”.


Natale è la festa della luce condivisa e celebrata da vari popoli antichi, perché sapevano bene quanto il Sole fosse necessario alla vita sulla Terra. Senza una dimora riscaldata né caldi abiti tecnici, con quanto sollievo si vedeva il sole sorgere di nuovo!

Lo scalatore Wolfgang Güllich (1960-1992) alla fine di un gelido bivacco in parete

Ma perché il 25 dicembre? Nell'emisfero settentrionale, questa è la data che segue il solstizio d'inverno (il 21): la notte più lunga dell'anno, dopo la quale le giornate ricominciano ad allungarsi. Dal 22 al 24 dicembre il Sole si trova alla massima distanza dal piano equatoriale, inverte il suo moto in declinazione e ricomincia a muoversi verso i cieli boreali.
Così gli adoratori latini del dio indo-persiano Mitra scelsero il 25 dicembre per celebrare il Dies natalis Solis invicti (“giorno della nascita del Sole invincibile”). I primi babilonesi festeggiavano Shamash, appunto il dio del Sole; i greci lo dedicavano a Dioniso e gli inca a Wiracocha...

Antico mithraeum (San Clemente, Roma), caverne dove i fedeli di Mitra si riunivano a consumare pasti sacri (abbuffate natalizie?)

Nella ricorrenza, certe comunità accendevano fuochi per “aiutare” il Sole d'inverno a riscaldare, un'usanza che si ritrovò poi fra i cristiani che bruciavano legna nel proprio camino la vigilia di Natale.
Non sarebbe un male se la Chiesa cristiana avesse mutuato la festa della nascita di Gesù da questi culti precedenti, poiché significherebbe una continuità con una saggezza vetusta, ben più antica del I o del IV secolo d.C., quando Papa Giulio I fissò il giorno del Natale.
Così possiamo anche noi celebrare accendendo fiammelle – di candele, ceri, lumini, fuocherelli... Magari, se siamo cristiani, nel presepio o accanto a un'immagine sacra.

Fuoco natalizio a Belgrado, nel cui clima rigido il calore delle fiamme è assai gradito

E augurarci che ci sia luce nel cuore di ognuno sotto l'ombra dell'abbraccio di Dio.


Babbo sciamano?

Forse la storiella che Babbo Natale vive al Polo Nord non è così fantastica? Potrebbe essere uno sciamano dei coriacchi siberiani?

Moolynaut, una sciamana coriacca che Jon Turk, autore di The Raven's Gift (“Il dono del corvo”), scrive di aver incontrato nel 2000 nel villaggio siberiano di Vyvenka. Sul tavolo, un manifesto con l'Amanita muscaria

La notte del solstizio d'inverno o qualche giorno prima, questi sacerdoti raccolgono l'Amanita muscaria (mukhomor nella lingua tungusa locale) che gli permetterà di compiere il loro viaggio mistico al pino che sta sulla Stella Polare, ricevendone consigli per tutta la comunità.

Struttura chimica della psilocibina, principio psicoattivo contenuto nell'Amanita muscaria

Questi funghi allucinogeni e velenosi crescono proprio sotto i pini, e ai loro rami o in una calza sul focolare li appende lo sciamano per farli essiccare prima di consumarli. Oppure li fa mangiare alle renne, che ne eliminano le tossine con la digestione. Poi lo sciamano beve l'urina successiva della bestia.

Tatiana Urkachen, sciamana evenki della Kamchatka. Qualcuno ha visto nel suo vestito una somiglianza con quello di Babbo Natale

Tatiana Urkachen spiega l'uso dell'Amanita muscaria nella sua cultura

Regalo all'amato sé



Fa sempre piacere ricevere un regalo? No. Ci sono i cosiddetti “regali sbagliati”. Per ovviare alla delusione, o almeno lenirla, bisognerebbe guidare il pensiero non verso l'oggetto, ma verso l'atto del dono (meglio se accompagnato da una frase prediletta delle feste natalizie: "Se non ti piace, lo puoi cambiare").
Può risultare più difficile quando il regalo sbagliato viene da un conoscente intimo, poiché lo si prende come una distanza emotiva e affettiva, sino al mesto pensiero: “Non mi conosce”. Ma, in fondo, anche chi vuole bene a una persona può farle un regalo sbagliato, perché asintonico.
Comunque, il modo per essere assolutamente sicuri di avere il regalo giusto è riceverlo dalla persona che conosce meglio i nostri gusti: noi stessi.
Il regalo migliore che si può fare è dare amore. Dare amore anche a se stessi, compreso facendosi un bel regalo. Con gusto, non con tristezza o disagio, perché così va il mondo e queste sono esperienze comuni.



Regali di cuore


A chi si ama è più facile regalare. Ma a Natale tocca spesso fare doni un po' forzatamente, soprattutto quando i soldi per comprarli scarseggiano. Allora conviene sortir nel cuore il gusto di donare e dedicarsi a una piacevole “caccia al tesoro”.
Comunque, il regalo migliore che si può fare è dare amore. Anche in questo caso non è necessario fare doni grandi e importanti: ognuno dia quello che riesce. Magari basta una parola buona, un sorriso, una pacca sulla spalla...


A Natale siamo tutti più cattivi!



A Natale siamo tutti più buoni”, recita un motto divenuto popolare. Natale, come tutti gli altri giorni, è costituito da ventiquattro ore. Un anno ha, nel calendario gregoriano, 365 giorni.
Natale è una festa religiosa cristiana in cui si festeggia la nascita di Gesù. Ma Gesù (e chiunque altro) sarebbe più contento se fossimo più buoni a Natale che il resto dell'anno o viceversa?
Allora facciamo un patto: a Natale siamo tutti più cattivi, ma il resto dell'anno siamo tutti più buoni! Suvvia, non è difficile: parenti invisi, regali forzati, spese aggiuntive, freddo, stomaci pesanti...




The Muppet Christmas Carol

  Midnight Riders, All I Want for Christmas is (to Kick Your Ass)

Fregarsene del Natale


Natale è la festa più gioiosa dell'anno. O no?
Forse lo era più facilmente e diffusamente in altri tempi e situazioni. Periodi nei quali si doveva risparmiare parecchio sul cibo, quindi Natale era l'attesissima occasione unica per rimpinzarsi di leccornie. Periodi nei quali le famiglie erano ampie e unite, quindi si trovava sempre un parente con cui andare d'accordo quel giorno. Per esempio i bambini non si scocciavano perché erano in tanti a giocare.
In questa congiuntura storica, sembra che le relazioni umane anche intime siano troppo spesso precarie, sicché tante famiglie sono frammentate. Natale può forzare a incontri sgraditi e faticosi, dove s'avverte pure una solitudine simile a quella di chi in tali occasioni è solo materialmente. Poi s'aggiungono ricordi, bilanci...

Bill Murray canta Kung Fu Christmas (1975)

Ma 25 dicembre è l'attribuzione di una convenzione temporale, che da un punto di vista fisico non è diversa dalla convenzione temporale del 20 o del 27 dicembre. Nel mezzo dell'Oceano Indiano, uno squalo distingue il 25 dicembre dal 27? È la nostra mente umana, individuale e “collettiva”, ad assegnarvi significati particolari. Come li assegna, può toglierli.
Quanti giorni passano infruttuosi, sprecati, negativi, tristi, faticosi, scocciati...? Se il Natale non piace, coraggio: è solo uno di quei giorni, solo qualche ora di ventiquattro qualsiasi. Che sarà mai (vedi i due post precedenti)?!
Viceversa, si può scegliere il proprio Natale: un giorno qualsiasi – che più garba – di festa, gioia, compagnia, regali e quant'altro si desidera.


giovedì 11 dicembre 2014

Resistenti per natura

Steve McQueen riproposto in una pubblicità della TAG Heuer


Sulla quarta di copertina di Tecniche di resistenza interiore, l'ultimo libro dello psicologo Pietro Trabucchi, compare questa scritta: “Nella nostra società è presente una forte pressione culturale volta a far sentire le persone deboli, fragili, incapaci di affrontare le normali difficoltà che la vita presenta. In realtà noi siamo progettati per resistere allo stress e per affrontare qualsiasi disagio”.
Finalmente qualcuno di competente l'ha detto pubblicamente!
Anni fa, gli orologi TAG Heuer cominciarono a essere promossi con lo sloganDont' crack under pressure”.
Lo si può dire anche dell'uomo: We don't crack under pressure.


lunedì 8 dicembre 2014

Fluire

Pietro Trabucchi è uno psicologo dello sport che sembra concentrare la sua opera pubblica sul tema della resistenza mentale.

Il dott. Trabucchi mentre fatica, e resiste, in prima persona

Ora è uscito un suo nuovo libro: Tecniche di resistenza interiore, che viene presentato così: “Prima ancora che economica, la crisi è interiore. Oggi nella nostra società si registra un progressivo indebolimento delle forze mentali e motivazionali degli individui. A quella che l’autore chiama 'la resa interiore' concorrono fattori culturali, educativi e legati allo stile di vita: ogni minima difficoltà viene affrontata per mezzo di pillole o aiuti esterni. Lo sviluppo della volontà individuale viene ostacolato poiché in antitesi con la propensione al consumo. E le tecnologie digitali devastano la capacità di rimanere concentrati anche per pochi istanti su di un obiettivo. Miti come 'il talento' o le 'capacità innate' – supportati dal ricorso ad una genetica fraintesa – erodono la fiducia nelle proprie capacità. La mancanza di meritocrazia disincentiva la fede nell’impegno come strumento per raggiungere il successo. La costante dissociazione dal presente mina il senso di realtà fino alle sue fondamenta corporee e percettive”.

Friedrich Nietzche (1844-1900), il filosofo tedesco postulatore dell'Über-Mensch (“oltre-uomo”). In Ecce Homo scrisse: “Ich bin kein Mensch, ich bin Dynamit” (“Io non sono un uomo, sono dinamite”). Poi morì folle.

Resistere, resistere, resistere! Impegno! Il primato della volontà!
Ma che cupezza, che tensione!
Quando nelle librerie italiane uscì il primo testo divulgativo di Trabucchi, Resisto dunque sono, c'era in vendita anche il libro “Imparare a respirare” di Andy Cave, una sorta di autobiografia alpinistica.

Andy Cave respira l'aria “sottile” sulla parete del Changabang, nell'Himalaya indiano (foto tratta dal sito http://www.andycave.co.uk)

Fra i due titoli una differenza che potrebbe essere paradigmatica: “stringere i denti”, realizzarsi nella fatica, capacità di “masticare amaro”... / ampi respiri di piacere, di sollievo, di rilasciamento....
Se imparassimo a usare bene quel nostro potentissimo alleato che è la respirazione, forse diminuiremmo le occasioni in cui ci tocca resistere?
Karl Gustav Jung scrisse: “Ciò a cui si resiste persiste”.
Fermo restando che di solito “In medio stat virtus”: talvolta sarà meglio resistere (con morbidezza), talaltra lasciare andare (con tonicità).


Immacolata Concezione

Beato Angelico, Annunciazione

L'8 dicembre in Italia è la festa dell'Immacolata Concezione. Gli atei non dovrebbero essere grati al cattolicesimo come religione di Stato perché gli permette un giorno di vacanza?
Ma cos'è l'Immacolata Concezione? Secondo l'interpretazione cristiana diffusa, Maria di Nazareth partorì Gesù Bambino da vergine. Che stupidaggine, pensano molti. È solo una favola, pensano molti altri.
Potrebbe essere invece una metafora. Secondo il compianto mariologo Angelo Maria Tentori, la verginità della Madonna andrebbe intesa non tanto in senso fisico, quanto morale e spirituale: Maria era d'animo puro, immacolata nell'anima e nella mente.

Padre Angelo Maria Tentori

Analogamente, i cristiani ortodossi orientali credono che la Madonna avesse il dono divino dell'assenza di peccati, quindi è la Panaghìa (Παναγία): “Tutta Santa”.

L'icona della Panaghìa del monastero di Vatopaidi, sul Monte Athos

Peccati mortali

Nel cristianesimo si parla di “peccati mortali”. Con questo epiteto si possono intendere atti che ci danno un po' di morte, non solo morale, ma anche psichica.

Hieronimus Bosch, “I sette peccati capitali” (1485)

Amorevoli comandamenti

I comandamenti delle religioni classiche potrebbero essere intesi come i consigli di un padre ai suoi figli che ama, per aiutarli a dare una direzione fruttifera alla loro vita.

Sciamano mongolo durante l'iniziazione di una sua discepola (foto tratta dal sito http://www.unesco.org)

La pace è intimità

Nella Messa cattolica, viene un momento in cui il sacerdote dice ai fedeli: “Scambiatevi un segno di pace”. Allora questi si stringono la mano reciprocamente e pronunciano delle parole. Fino a qualche anno fa, queste erano abitualmente “La pace sia con te”. Un bambino poteva stringere la mano al presidente della Repubblica, e comunque in quel momento gli dava del tu, in quanto “fratelli” alla pari, senza distinzioni.
Ma da qualche tempo, la frase è spesso cambiata in “Pace e bene” o semplicemente “Pace”. Molto più impersonale.
Non è anche questo un segno, negativo, di maggior distanza fra le persone, anche quelle che distanti non dovrebbero essere?
Un giorno visitò l'Italia un vescovo della Chiesa cattolica egiziana, e durante una Messa spiegò che da loro, al momento dello scambio della pace, i fedeli si scambiano un bacio. Come si sentirebbero gli italiani a fare lo stesso?
Eppure quella di scambiarsi il segno della pace con un bacio, l'oscolo, è la forma più tradizionale di questo rito. La sua prima testimonianza si deve a san Giustino, che intorno al 155 scrisse: “Quando il lettore ha terminato, il preposto con un discorso ci ammonisce ed esorta ad imitare questi buoni esempi. Poi tutti insieme ci alziamo in piedi ed innalziamo preghiere sia per noi stessi… sia per gli altri… Finite le preghiere, ci salutiamo l’un l’altro con un bacio” (Giustino di Nablus, Apologia I, 65; 67). Solo molti secoli dopo, il bacio verrà sostituito dall'abbraccio.

Papa Benedetto XVI scambia il segno della pace col Patriarca di Costantinopoli

Amare il prossimo

Nel 1970 uscì una canzone di Stephen Stills dal titolo Love the One You're With, che diceva: “And if you can't be with the one you love / Honey love the one your with”. Non s'intenda la promiscuità sessuale, ma l'agape fraterna.

David Crosby, Stephen Stills, Graham Nash e Neil Young (il “super-gruppo” C.S.N.Y.) cantano Love the One You're With nel loro epico concerto 4 Way Street, del 7 aprile 1971

Amore egoista/egoismo amorevole

Meglio amare con animo altruista. Ma è meglio amare per scopi egoistici che non amare. Come quelli che fanno i volontari per sentirsi importanti. Almeno aiutano.

Pubblicità dell'Opera S. Francesco

“Ti amo”

Un individuo chiede al suo partner: “A quante persone hai detto 'ti amo' prima di me?”. Più basso è il numero della riposta, più felice è l'individuo. Ma no! Si dica “ti amo” copiosamente.
Gesù, secondo la Chiesa cristiana, non ha detto “Vogliatevi bene come io ho voluto bene a voi”, bensì “Amatevi come io ho amato voi”. Qualcuno disse che, al momento della resa dei conti finale, Gesù farà una sola domanda: “Hai amato?”. Certo, non s'intende eros (ἔρως), ma agape (ἀγάπη).


Forse ci si può allenare all'amorevolezza, partendo dall'attitudine mentale, dalla direzionalità dei propri pensieri. Dunque, da volere bene a volere amare.

Sanità san(t)a


Nel 1959, delle suore missionarie italiane hanno fondato il St. Mary's Lacor Hospital a Gulu, nel nord dell'Uganda. Oggi quest'ospedale non-profit ha 482 letti e cura più di 250.000 pazienti all'anno, il 32% dei quali bambini sotto i cinque anni. Vi lavora solo personale ugandese e, sede universitaria, ha circa 350 studenti.
Per saperne di più ed eventualmente per offrire il proprio contributo:


Guidatori svegli – Il bravo ormeggiatore

(Photocredit: Mediaset/Le Iene)

Dino Giarrusso, inviato della trasmissione televisiva Le iene, ha trovato l'automobile del sindaco di Roma parcheggiata in divieto di sosta.


Invece il sindaco ha ormeggiato regolarmente questa barca. Ovvio: è Marino, mica terrestre!

Nar- ed extra-

L'operazione di polizia denominata “Mondo di mezzo” ha coinvolto Massimo Carminati, ex Nar (Nuclei armati rivoluzionari). Quindi è accusato di Nar-cotraffico? No, di traffico di extra-comunitari.


Massimo Carminati in tre momenti della sua vita

Strane coincidenze

Da parecchi anni, la situazione italiana di zingari ed extracomunitari era immutata. La notte fra il 10 e l'11 novembre 2014, nel quartiere romano di Tor Sapienza scoppia una protesta rivoltosa contro zingari ed extracomunitari. 

Manifestanti a Tor Sapienza

Qualche giorno dopo, scoppia lo scandalo dei politici romani che speculavano sui fondi monetari destinati a zingari ed extracomunitari. È casuale una contiguità tanto stretta fra i due episodi?

(immagine tratta dal sito http://www.formiche.net)

Fassino “mangia”?

Piero Fassino. Poi c'è chi dice che la politica “è tutto un magna, magna”

Babbo Natale ladro?

La mente umana ha una forte tendenza al sacro. Quindi le feste religiose hanno rivestito grande importanza sin dagli albori della civiltà umana.
Dell'attuale secolarizzazione imperante fa parte la sostituzione di Gesù Bambino con Babbo Natale. Ma è bene che una figura infantile laica – perché ormai scollegata da San Nicola – sostituisca una religiosa? 

San Nicola, chiamato in olandese Sinter Klaas, da cui Santa Claus


Questo Babbo Natale sta cercando di recapitare i doni o di scassinare un appartamento?


La risposta alle forze dell'ordine


Billy Bob Thornton interpreta Santa Claus nel film “Babbo bastardo” (Bad Santa, 2003)
  
Certe famiglie risolvono la questione coniugando le due figure: Babbo Natale è l'aiutante di Gesù Bambino che gli recapita le letterine dei bambini. 

Movimento per la liberazione dei “bambini Bauli”

Quest'anno, la prima pubblicità televisiva natalizia è stata trasmessa a metà novembre. Alla fine del mese arrivano, immancabili come l'evacuazione intestinale, i “bambini Bauli”.
Lo stesso dott. Bauli, in un'intervista televisiva, ha spiegato che nelle pubblicità di solito si mette il nice touch. Lui l'ha tradotto con “tocco gentile”, noi preferiamo “tocco carino”.
Spesso questo elemento è fornito da bimbi. Ma nella pubblicità della Bauli è un tocco melenso, sdolcinato. Da anni questi poveri bambini ammorbano gli spettatori con le loro vocine impostate e affettate che cantano “A Natale si può amare di più... A Natale si può fare di più per noi”. Due contraddizioni: se fanno girare le scatole alla gente con quel ritornello, la predispongono meno ad amare. Secondo: altruismo (amare) o egoismo (fare per se stessi)?
Allora è il caso di lasciar libero corso, invece, all'indignazione per lo sfruttamento dell'infanzia: questi bimbi saltano fuori solo a Natale. Dove li tengono rinchiusi il resto dell'anno?!
Politici, istituzioni, associazioni di volontariato, privati cittadini... tutti si mobilitino per liberare i “bambini Bauli” (e noi tutti)!

Scena del film “Babbo bastardo”. Merman (l'attore Brett Kelly), il bambino coprotagonista, non è un personaggio adorabile?