Il reparto oncologico di un ospedale
italiano ha un primario che spesso e volentieri è cattivo coi suoi
dipendenti e con qualche paziente. È pure cattolico praticante; non
s'accorge della contraddizione? Probabilmente no. Tali collaboratori
dicono “a mezza voce” che la persona è psicologicamente
disturbata: “È matta”, “È fatta così”, concludono
semplicemente.
Certo, è molto difficile lavorare in
un reparto oncologico, e una delle difese psicologiche più usate per
sopravviverci è un'assuefazione che toglie umanità a sé e ai
pazienti. Ma questa, oltre che una scusante, può costituire
un'aggravante: cosa ci fa una persona forse psicolabile in un ruolo
così importante, e delicato, come quello? È un buon tecnico, ma ciò
non basta a fare un buon medico, tanto meno in un campo umanamente
sensibile come l'oncologia.
Josef Mengele (1911-1979), laureato in
Medicina e chirurgia nel 1938 alla Johann
Wolfgang Goethe-Universität di Francoforte
(http://www.youtube.com/watch?v=X7jJ9-yWkWo). Il primario citato in
questo post è anche razzista
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Si inizia dal test di accesso alla
facoltà di Medicina e chirurgia, che si basa su nozioni e non sulla
personalità del candidato. Perciò può ammettere giovani studiosi
ma per nulla adatti psicologicamente alla professione di medico. Si
finisce con il concorso per il posto di primario: nel reparto gira
voce che questa persona sia andata dai suoi due concorrenti più
papabili intimandogli un ricatto: “Se vi candidate e poi vinco io,
vi faccio la guerra”. I due non si sono candidati. E poi si dice
che associazioni tipo Comunione e Liberazione siano un appoggio
potente per certe carriere.
Hunter Doherty "Patch"
Adams
(1945-), medico famoso per l'ideazione della clownterapia
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