mercoledì 30 luglio 2014

Sulla pelle dei civili


Se la capacità dell'esercito israeliano di infliggere danni s'è rivelata palesemente superiore a quella palestinese, l'uomo comune può chiedersi perché i palestinesi continuano nella lotta, invece di accettare un cessate il fuoco.
Le spiegazioni possono essere varie, e certe persone ne danno una indignante: ricevere poi massicci aiuti umanitari. Ma tali aiuti non dovrebbero servire ad arricchire, bensì a fornire nuovamente ciò che viene distrutto dalla guerra: “Cinque milioni di euro di fondi extra in arrivo dalla Commissione europea per gli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza. I nuovi finanziamenti consentiranno alle organizzazioni sul campo di fornire acqua potabile, assistenza sanitaria di emergenza, articoli basilari per la casa e kit igienici, oltre che razioni di cibo” (ANSAmed, 28 luglio 2014; dal sito https://www.ansa.it/ansamed/it/notizie/rubriche/enpi/2014/07/28/gaza-ue-finanzia-aiuti-umanitari-extra-da-acqua-a-farmaci_88721e3a-6b31-46ef-b18a-cf346af963b8.html).

Un caccia israeliano bombarda Gaza

Eroi senza frontiere

Operatrice di Medici senza frontiere in un ospedale a Gaza (foto Samantha Maurin/MSF)

Il 30 luglio 2014 testimonianza in diretta del chirurgo toracico italiano Cosimo Lequaglie, che lavora per Medici senza frontiere nell'ospedale di Al Shifa, a Gaza (la voce femminile che lo intervista è di Laura Pertici): http://video.repubblica.it/dossier/gaza-israele-striscia-2014/gaza-il-chirurgo-msf-ecco-nuovo-raid-israeliano-corriamo-tutti-in-ospedale/173829/172413?ref=vd-auto.


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Il reparto oncologico di un ospedale italiano ha un primario che spesso e volentieri è cattivo coi suoi dipendenti e con qualche paziente. È pure cattolico praticante; non s'accorge della contraddizione? Probabilmente no. Tali collaboratori dicono “a mezza voce” che la persona è psicologicamente disturbata: “È matta”, “È fatta così”, concludono semplicemente.
Certo, è molto difficile lavorare in un reparto oncologico, e una delle difese psicologiche più usate per sopravviverci è un'assuefazione che toglie umanità a sé e ai pazienti. Ma questa, oltre che una scusante, può costituire un'aggravante: cosa ci fa una persona forse psicolabile in un ruolo così importante, e delicato, come quello? È un buon tecnico, ma ciò non basta a fare un buon medico, tanto meno in un campo umanamente sensibile come l'oncologia.

Josef Mengele (1911-1979), laureato in Medicina e chirurgia nel 1938 alla Johann Wolfgang Goethe-Universität di Francoforte (http://www.youtube.com/watch?v=X7jJ9-yWkWo). Il primario citato in questo post è anche razzista

Si inizia dal test di accesso alla facoltà di Medicina e chirurgia, che si basa su nozioni e non sulla personalità del candidato. Perciò può ammettere giovani studiosi ma per nulla adatti psicologicamente alla professione di medico. Si finisce con il concorso per il posto di primario: nel reparto gira voce che questa persona sia andata dai suoi due concorrenti più papabili intimandogli un ricatto: “Se vi candidate e poi vinco io, vi faccio la guerra”. I due non si sono candidati. E poi si dice che associazioni tipo Comunione e Liberazione siano un appoggio potente per certe carriere.

Hunter Doherty "Patch" Adams (1945-), medico famoso per l'ideazione della clownterapia

Gli serve una lezione?


Anche perché i caratteri autoreferenziali sono in aumento vertiginoso da anni, è facile imbattersi in persone grette. Cosa suscitano esse nelle loro vittime? Rabbia, indignazione, desiderio di vendetta... sembrano legittimi; tuttavia inducono spesso comportamenti dannosi per gli altri e/o per sé. “Una giusta indignazione tira fuori il potere che uno ha” (Ralph Waldo Emerson). Si usi bene questo potere.
Magari aiuta a lenire la contrarietà pensare che questi individui sono meschini perché psicologicamente fragili e quindi degni di compassione. Tuttavia anche un assassino seriale lo è per lo stesso motivo, ma non si può lasciarlo libero di agire la sua psicopatia; neppure se ci si tranquillizza credendo in una giustizia ultraterrena (per esempio l'ormai noto concetto induista e buddista di karma) e si decide di lasciare a essa il destino del malfattore.


Prima di tutto bisogna però farsi un esame di coscienza: quanto siamo autoreferenziali noi stessi? Infatti, la persona più infastidita da un autoreferenziale è un autoreferenziale.

Salvador Dalì, 1937

Il peccato più grande

Filippo Roma: “Qual è il peccato peggiore?”.
Don Gino Rigoldi: “Non vedere chi si ha davanti con un egoismo assolutamente cieco”.
Dall'intervista della trasmissione televisiva Le iene a don Gino Rigoldi.
Parole santissime. 

Don Gino Rigoldi


Ultimate reality


Questa non è un'illusione ottica e nemmeno un fotomontaggio: Alex Honnold ha scalato davvero fino a quella cengia dell'Half Dome, e oltre.


Immagini ipnotiche







Illusioni ottiche con effetto cinetico










Percezione visiva







Paradossi ottici











Le righe sono dritte o storte?








Mica sempre si può avere ragione


Data l'ampia relatività/soggettività del proprio rapporto con la realtà, non sarebbe saggio andarci piano con le proprie verità? Non sarebbe una buona abitudine associare ai propri pareri e giudizi brevi frasi come “secondo me”, “a mio [modesto] parere”, “per quanto ne so”, “credo/penso che” ecc.? Forse, tra le tante parole inutili che la gente pronuncia, queste non lo sarebbero, anche perché foriere di valori umanitari come anti-assolutismo e non egocentrismo.