mercoledì 21 gennaio 2015

Libertà e responsabilità

La propria libertà finisce dove inizia quella degli altri. Molto difficile rispettare sempre questa regola. Se in una vignetta dileggio Maometto e per questo temo di essere ucciso, posso scegliere, con la mia libertà, di evitare quella vignetta; perché l'autoconservazione è un impulso naturale.


Tuttavia non esistono solo motivazioni dettate dalla paura, bensì anche dal rispetto. Se in una vignetta dileggio Maometto e per questo manco di rispetto, posso scegliere, con la mia libertà, di evitare quella vignetta.


Aretha Franklin – Respect

Ma come si può fare satira senza mancare di rispetto proprio a nessuno? Più ancora: senza urtare la sensibilità di nessuno? Sarebbe come fare la zanzara senza pungere.
Allora subentra a questo punto la responsabilità, che va di pari passo con la libertà: più c'è la seconda, più c'è la prima. Se, con la mia libertà di zanzara, pungo uno scienziato folle che per ripicca inventa un macchinario che distrugge tutte le zanzare della Terra?


Fin'ora, l'essere umano si considera troppo superiore alle zanzare, per farne una caso se ne ammazza una che l'ha punto. Ma tra uomini, la morale cambia: la società italiana (e molte altre) non ammette che un uomo ne ammazzi un altro per la “puntura” di una satira. Tuttavia esistono anche culture che non condividono questa idea di civiltà; individui che hanno un'idea diversa della satira e della vita umana. Finché esisteranno sia il mondo italiano o francese, sia il mondo “talebano”, bisognerà tener conto di entrambi nella libertà e nella responsabilità di ciascuno. Bisognerà mettersi la citronella, prima di accendere la luce del balcone. Ricordare che così come in questi lidi appare mostruoso uccidere per una satira, lo è morire per una satira. Da ciò si dovrebbero trarre le conclusioni.
Ci sono anche europei che non sono (del tutto) Charlie, semplicemente perché non sono disposti a rischiare la morte di qualche essere umano per una vignetta satirica. E considerano questo rifiuto la vera pena, il vero dispiacere, il vero cordoglio per le vittime lavoratrici del suddetto giornale.


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