Un militare statunitense che avrebbe
(così dice) partecipato alla missione in cui fu ucciso Bin Laden ci
scrive un libro, No Easy Day, condendolo con altre sue
esperienze soldatesche sì da renderlo una sorta di autobiografia.
Quanto sia romanzata, non è precisato, ma basti sapere che la firma
dell'autore è uno pseudonimo. “Marc Owen” sarebbe infatti Matt
Bissonnette.
Membri dell'unità antiterrorismo SEAL
Team 6, cui sarebbe appartenuto Owen-Bissonette
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Cosa emerge dal testo? Passione e
patriottismo, tanto da far pensare a una propaganda degli sforzi
bellici statunitensi. Probabilmente uno dei loro nemici avrebbe gli
stessi sentimenti e ne scriverebbe allo stesso modo, se mai firmasse
un'autobiografia e fosse pubblicata.
Che cosa distingue un marinaio dei
SEAL, come l'autore, da una
loro omonima di altra specie: la foca ammaestrata (SEAL è l'acronimo
di Sea, Air, Land: “Mare, Aria, Terra”; ma
in inglese seal vuol dire appunto “foca”)? Tantissimo, è
ovvio; ma non una cosa: entrambi sono addestrati per eseguire compiti
che non possono discutere né rifiutarsi di eseguire, pena gravi
punizioni.
Navy SEAL
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Foca
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Ma leggendo “fra le righe”? Quella
passione e quel patriottismo sembrano albergare in una mente
immatura: l'autore cominciò a sognare di essere un SEAL quando lesse
a otto anni la biografia di uno di loro. Altri bambini sognano allo
stesso modo di diventare Superman, ma poi crescono.
L'insegna del SEAL Team 4 rappresenta
una foca e il motto latino Mal ad osteo, che significa
“Cattivo fino alle ossa”
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Non è forse vero che solo un pazzo (e
ce ne sono) adora la guerra dopo averla sperimentata? Invece, sempre
nel filone dell'immaturità, può stupire come l'autore sembri amare
la guerra, entusiasmandosi per le missioni cui partecipa, compresa
l'uccisione di nemici. Al suo primo omicidio personale, dichiara di
non aver provato nessuna emozione.
Ora, è possibile che egli non abbia
visto tanti compagni ammazzati sotto i suoi occhi, come avviene in
battaglie vere e proprie, perché quelle che narra di aver condotto
sono poco più che scaramucce, dove nessun commilitone resta ucciso.
John Wayne nel film Green Berets
(“Berretti verdi”, 1968), accusato di propaganda
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Nel libro, come nei film di guerra, non si dice che invece qualunque soldato, “speciale” o meno, tende a perdere il controllo degli sfinteri per la paura al suo primo scontro bellico. Né si dice quanto numerosi sono i militari che rincasano dalle missioni di guerra col disturbo post-traumatico da stress. Altro che supereroi!
Cervello e Navy SEAL
Non si mette in dubbio che dal punto di
vista psico-fisico sia durissimo superare i corsi di selezione per
diventare membro di questi corpi speciali. Ma è possibile che la resistenza
mentale e il coraggio necessari non coincidano giocoforza con
l'equilibrio e dunque la maturità psichici?
Un aspirante SEAL giace stremato
durante la fase d'addestramento BUD/S (Basic Underwater
Demolition/SEAL)
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