mercoledì 21 gennaio 2015

Foche ammaestrate


Un militare statunitense che avrebbe (così dice) partecipato alla missione in cui fu ucciso Bin Laden ci scrive un libro, No Easy Day, condendolo con altre sue esperienze soldatesche sì da renderlo una sorta di autobiografia. Quanto sia romanzata, non è precisato, ma basti sapere che la firma dell'autore è uno pseudonimo. “Marc Owen” sarebbe infatti Matt Bissonnette.

Membri dell'unità antiterrorismo SEAL Team 6, cui sarebbe appartenuto Owen-Bissonette

Cosa emerge dal testo? Passione e patriottismo, tanto da far pensare a una propaganda degli sforzi bellici statunitensi. Probabilmente uno dei loro nemici avrebbe gli stessi sentimenti e ne scriverebbe allo stesso modo, se mai firmasse un'autobiografia e fosse pubblicata.
Che cosa distingue un marinaio dei SEAL, come l'autore, da una loro omonima di altra specie: la foca ammaestrata (SEAL è l'acronimo di Sea, Air, Land: “Mare, Aria, Terra”; ma in inglese seal vuol dire appunto “foca”)? Tantissimo, è ovvio; ma non una cosa: entrambi sono addestrati per eseguire compiti che non possono discutere né rifiutarsi di eseguire, pena gravi punizioni.

Navy SEAL

Foca


Ma leggendo “fra le righe”? Quella passione e quel patriottismo sembrano albergare in una mente immatura: l'autore cominciò a sognare di essere un SEAL quando lesse a otto anni la biografia di uno di loro. Altri bambini sognano allo stesso modo di diventare Superman, ma poi crescono.

L'insegna del SEAL Team 4 rappresenta una foca e il motto latino Mal ad osteo, che significa “Cattivo fino alle ossa”

Non è forse vero che solo un pazzo (e ce ne sono) adora la guerra dopo averla sperimentata? Invece, sempre nel filone dell'immaturità, può stupire come l'autore sembri amare la guerra, entusiasmandosi per le missioni cui partecipa, compresa l'uccisione di nemici. Al suo primo omicidio personale, dichiara di non aver provato nessuna emozione.
Ora, è possibile che egli non abbia visto tanti compagni ammazzati sotto i suoi occhi, come avviene in battaglie vere e proprie, perché quelle che narra di aver condotto sono poco più che scaramucce, dove nessun commilitone resta ucciso.

John Wayne nel film Green Berets (“Berretti verdi”, 1968), accusato di propaganda

Nel libro, come nei film di guerra, non si dice che invece qualunque soldato, “speciale” o meno, tende a perdere il controllo degli sfinteri per la paura al suo primo scontro bellico. Né si dice quanto numerosi sono i militari che rincasano dalle missioni di guerra col disturbo post-traumatico da stress. Altro che supereroi!

Cervello e Navy SEAL

Non si mette in dubbio che dal punto di vista psico-fisico sia durissimo superare i corsi di selezione per diventare membro di questi corpi speciali. Ma è possibile che la resistenza mentale e il coraggio necessari non coincidano giocoforza con l'equilibrio e dunque la maturità psichici?

Un aspirante SEAL giace stremato durante la fase d'addestramento BUD/S (Basic Underwater Demolition/SEAL)

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