Quest'anno,
la prima pubblicità televisiva natalizia è stata trasmessa a metà
novembre. Alla fine del mese arrivano, immancabili come l'evacuazione
intestinale, i “bambini Bauli”.
Lo
stesso dott. Bauli, in un'intervista televisiva, ha spiegato che
nelle pubblicità di solito si mette il nice
touch.
Lui l'ha tradotto con “tocco gentile”, noi preferiamo “tocco
carino”.
Spesso
questo elemento è fornito da bimbi. Ma nella pubblicità della Bauli
è un tocco melenso, sdolcinato. Da anni questi poveri bambini
ammorbano gli spettatori con le loro vocine impostate e affettate che
cantano “A Natale si può amare di più... A Natale si può fare di
più per noi”. Due contraddizioni: se fanno girare le scatole alla
gente con quel ritornello, la predispongono meno ad amare. Secondo:
altruismo (amare) o egoismo (fare per se stessi)?
Allora
è il caso di lasciar libero corso, invece, all'indignazione per lo
sfruttamento dell'infanzia: questi bimbi saltano fuori solo a Natale.
Dove li tengono rinchiusi il resto dell'anno?!
Politici,
istituzioni, associazioni di volontariato, privati cittadini... tutti
si mobilitino per liberare i “bambini Bauli” (e noi tutti)!
Scena
del film “Babbo bastardo”. Merman (l'attore Brett Kelly), il
bambino coprotagonista, non è un personaggio adorabile?
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