Pietro
Trabucchi è uno psicologo dello sport che sembra concentrare la sua
opera pubblica sul tema della resistenza mentale.
Il
dott. Trabucchi mentre fatica, e resiste, in prima persona
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Ora
è uscito un suo nuovo libro: Tecniche
di resistenza interiore,
che viene presentato così: “Prima ancora che
economica, la crisi è interiore. Oggi nella nostra società si
registra un progressivo indebolimento delle forze mentali e
motivazionali degli individui. A quella che l’autore chiama 'la
resa interiore' concorrono fattori culturali, educativi e legati allo
stile di vita: ogni minima difficoltà viene affrontata per mezzo di
pillole o aiuti esterni. Lo sviluppo della volontà
individuale viene ostacolato poiché in antitesi con la
propensione al consumo. E le tecnologie digitali devastano la
capacità di rimanere concentrati anche per pochi istanti su di un
obiettivo. Miti come 'il talento' o le 'capacità innate' –
supportati dal ricorso ad una genetica fraintesa – erodono la
fiducia nelle proprie capacità. La mancanza di meritocrazia
disincentiva la fede nell’impegno come strumento per
raggiungere il successo. La costante dissociazione dal presente mina
il senso di realtà fino alle sue fondamenta corporee e percettive”.
Resistere,
resistere, resistere! Impegno! Il primato della volontà!
Ma
che cupezza, che tensione!
Quando
nelle librerie italiane uscì il primo testo divulgativo di
Trabucchi, Resisto
dunque sono,
c'era in vendita anche il libro “Imparare a respirare” di Andy
Cave, una sorta di autobiografia alpinistica.
Andy
Cave respira l'aria “sottile” sulla parete del Changabang,
nell'Himalaya indiano (foto tratta dal sito
http://www.andycave.co.uk)
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Fra
i due titoli una differenza che potrebbe essere paradigmatica:
“stringere i denti”, realizzarsi nella fatica, capacità di
“masticare amaro”... / ampi respiri di piacere, di sollievo, di
rilasciamento....
Se
imparassimo a usare bene quel nostro potentissimo alleato che è la
respirazione, forse diminuiremmo le occasioni in cui ci tocca
resistere?
Karl
Gustav Jung scrisse: “Ciò a cui si resiste persiste”.
Fermo
restando che di solito “In medio stat virtus”: talvolta
sarà meglio resistere (con morbidezza), talaltra lasciare andare
(con tonicità).
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