Natale
è la festa più gioiosa dell'anno. O no?
Forse
lo era più facilmente e diffusamente in altri tempi e situazioni.
Periodi nei quali si doveva risparmiare parecchio sul cibo, quindi
Natale era l'attesissima occasione unica per rimpinzarsi di
leccornie. Periodi nei quali le famiglie erano ampie e unite, quindi
si trovava sempre un parente con cui andare d'accordo quel giorno.
Per esempio i bambini non si scocciavano perché erano in tanti a
giocare.
In
questa congiuntura storica, sembra che le relazioni umane anche
intime siano troppo spesso precarie, sicché tante famiglie sono
frammentate. Natale può forzare a incontri sgraditi e faticosi, dove
s'avverte pure una solitudine simile a quella di chi in tali
occasioni è solo materialmente. Poi s'aggiungono ricordi, bilanci...
Bill
Murray canta Kung Fu Christmas (1975)
Ma
25 dicembre è l'attribuzione di una convenzione temporale, che da un
punto di vista fisico non è diversa dalla convenzione temporale del
20 o del 27 dicembre. Nel mezzo dell'Oceano Indiano, uno squalo
distingue il 25 dicembre dal 27? È la nostra mente umana,
individuale e “collettiva”, ad assegnarvi significati
particolari. Come li assegna, può toglierli.
Quanti
giorni passano infruttuosi, sprecati, negativi, tristi, faticosi,
scocciati...? Se il Natale non piace, coraggio: è solo uno di quei
giorni, solo qualche ora di ventiquattro qualsiasi. Che sarà mai
(vedi i due post precedenti)?!
Viceversa,
si può scegliere il proprio Natale: un giorno qualsiasi – che più
garba – di festa, gioia, compagnia, regali e quant'altro si
desidera.
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