lunedì 4 agosto 2014

Ossa onnipotenti

Nell'agosto 2014, l'attempata protagonista della pubblicità televisiva di uno yogurt asserisce giuliva: “Noi donne vogliamo mantenere le ossa sane per continuare a fare quello che ci piace”. Perché, gli uomini (i bambini, gli altri animali...) no?


Volete servirvi dell'osteoporosi per la vostra pubblicità? Allora perché non citate la parola? È diventata tabù pure quella? E poi non è che bastano le ossa sane per continuare a fare tutto quello che piace.
Magari i pubblicitari puntavano su una specie di sillogismo subliminale: se bevi il nostro yogurt, puoi fare quello che vuoi.


Nel 2012 Anissia Becerra scrisse che una pubblicità dello stesso prodotto era stata segnalata dall’Unione Nazionale Consumatori all’Antiturst, il quale comminò alla dita produttrice una multa per “pratiche commerciali scorrette”. Tra i motivi della sentenza: “l’utilizzo di indicazioni che inducono il consumatore in errore rispetto alla effettiva necessità di assumere il prodotto, sulle caratteristiche del prodotto stesso e sulla collaborazione promossa” (http://www.ilfattoalimentare.it/antitrust-condanna-spot-danaos.html).
Adesso i pubblicitari hanno messo una piccola scritta che passa sul televisore durante il filmato promozionale. Ma soprattutto pare che non citino l'osteoporosi “in ossequio al principio per cui non può operarsi un rimarcato richiamo a malattie/rischi sanitari per creare allarme al fine di presentare il prodotto come necessaria soluzione del problema” (secondo quanto dichiarato il 13 maggio 2013 dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato).


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