Il
comandante Barry Wilmore e l'ingegnere Terry Virts della NASA,
International Space Station. Dalla loro
posizione, festeggiano sedici capodanni in un giorno: il tempo è relativo
Forse
il migliore dei buoni proposito da fare a Capodanno è non fare buoni
propositi, ché tanto non li si mantiene.
Scene dal film Oh! What A Lovely War, di Richard Attenborough
“Benché nessun accordo ufficiale tra
i belligeranti fosse stato pattuito, nel corso del Natale del 1914
circa 100.000 soldati britannici e tedeschi furono coinvolti in un
certo numero di tregue spontanee lungo i rispettivi settori di fronte
nelle Fiandre. I primi episodi ebbero luogo durante la notte della
vigilia, quando soldati tedeschi iniziarono a porre decorazioni
natalizie nelle loro trincee nella zona di Yipres (in particolare nel
settore dei villaggi di Saint-Yvon/Saint-Yves, Plugstreet/Ploegsteert
e Comines/Warneton), dove Bruce Bairnsfather (noto umorista e
cartoonist britannico, all'epoca capitano di un'unità di mitraglieri
del Royal Warwickshire Regiment descrisse l'episodio: i tedeschi
presero a mettere candele sul bordo delle loro trincee e su alcuni
alberi nelle vicinanze, iniziando poi a cantare alcune tipiche
canzoni natalizie; dall'altro lato del fronte, i britannici risposero
iniziando anche loro a cantare, e dopo poco tempo soldati dell'uno e
dell'altro schieramento presero ad attraversare la terra di nessuno
per scambiare con la controparte piccoli doni come cibo, tabacco,
alcolici e souvenir quali bottoni delle divise e berretti.
“Soldati
tedeschi del 134º Reggimento sassone e britannici del Royal
Warwickshire Regiment si incontrano nella terra di nessuno il giorno
di Natale del 1914”
In molti casi gli episodi di
fraternizzazione proseguirono anche la mattina di Natale: una forte
gelata indurì il terreno e disperse l'odore di putrefazione dei
cadaveri insepolti, e diversi gruppi di soldati dei due schieramenti
si incontrarono nella terra di nessuno per scambiarsi doni e scattare
foto ricordo; il livello di fraternizzazione fu tale che vennero
persino organizzate improvvisate partite di calcio tra i militari
tedeschi e quelli britannici.
Inglesi e tedeschi insieme durante la
“tregua di Natale” (Getty Images)
La tregua fornì poi l'occasione per
recuperare i caduti rimasti abbandonati nella terra di nessuno e dare
loro sepoltura; durante questa fase, furono organizzate anche
funzioni religiose comuni per tutti i caduti. Nei settori del fronte
interessati dalla tregua l'artiglieria rimase muta e non si
verificarono combattimenti su vasta scala per tutto il periodo
natalizio; anche così, comunque, in alcuni casi soldati che si
avvicinavano alle trincee nemiche furono presi a fucilate dagli
avversari. Nella maggior parte dei settori interessati la tregua durò
solo per il giorno di Natale, ma in alcuni casi si prolungò fino
alla notte di Capodanno.
Bruce Bairnsfather, testimone degli
avvenimenti, scrisse: 'Non dimenticherò quello strano e unico giorno
di Natale per niente al mondo... Notai un ufficiale tedesco, una
specie di tenente credo, ed essendo io un po' collezionista gli dissi
che avevo perso la testa per alcuni dei suoi bottoni [della
divisa]... Presi la mia tronchesina e, con pochi abili colpi, tagliai
un paio dei suoi bottoni e me li misi in tasca. Poi gli diedi due dei
miei bottoni in cambio... Da ultimo vidi uno dei miei mitraglieri,
che nella vita civile era una sorta di barbiere amatoriale, intento a
tagliare i capelli innaturalmente lunghi di un docile "Boche",
che rimase pazientemente inginocchiato a terra mentre la macchinetta
si insinuava dietro il suo collo'.
Un altro testimone britannico, il
capitano Sir Edward Hulse Bart, riferì che il primo interprete che
incontrò nelle linee tedesche era originario del Suffolk, dove vi
aveva lasciato la propria ragazza e la propria motocicletta; Hulse
Bart descrisse anche di una canzoncina "terminata con un 'Auld
Lang Syne' che unì noi tutti, inglesi, scozzesi, irlandesi,
prussiani, württemburghesi
etc. Fu una cosa assolutamente incredibile, e se l'avessi vista in
una pellicola cinematografica avrei giurato che fosse una
messiscena!'. Il tenente tedesco Johannes Niemann scrisse: 'afferrato
il binocolo e scrutato con cautela oltre il parapetto, ebbi la vista
incredibile dei nostri soldati che scambiavano sigarette, grappa e
cioccolato con il nemico'.” (da Wikipedia:
http://it.wikipedia.org/wiki/Tregua_di_Natale).
Auguri
speciali a chi il giorno di Natale e feste limitrofe fatica. Auguri a
chi in qualche modo non si si sente bene. Auguri a chi lavora:
albergatori, conduttori di veicoli, forze dell'ordine, meccanici,
pompieri, sanitari ecc.
“La
vita è meravigliosa” (It's a Wonderful Life, 1946)
Gustavo
Rol, studioso controverso, attribuì ad Albert Einstein la frase: “La
luce è l’ombra di Dio”.
Natale
è la festa della luce condivisa e celebrata da vari popoli antichi,
perché sapevano bene quanto il Sole fosse necessario alla vita sulla
Terra. Senza una dimora riscaldata né caldi abiti tecnici, con
quanto sollievo si vedeva il sole sorgere di nuovo!
Lo
scalatore Wolfgang Güllich (1960-1992)
alla fine di un gelido bivacco in parete
Ma
perché il 25 dicembre? Nell'emisfero settentrionale, questa è la
data che segue il solstizio d'inverno (il 21): la notte più lunga
dell'anno, dopo la quale le giornate ricominciano ad allungarsi. Dal
22 al 24 dicembre il Sole si trova alla massima distanza dal piano
equatoriale, inverte il suo moto in declinazione e ricomincia a
muoversi verso i cieli boreali.
Così
gli adoratori latini del dio indo-persiano Mitra scelsero il 25
dicembre per celebrare il Dies
natalis Solis invicti
(“giorno della nascita del Sole invincibile”). I primi babilonesi
festeggiavano Shamash, appunto il dio del Sole; i greci lo dedicavano
a Dioniso e gli inca a Wiracocha...
Antico
mithraeum
(San Clemente, Roma), caverne dove i fedeli di Mitra si riunivano a
consumare pasti sacri (abbuffate natalizie?)
Nella
ricorrenza, certe comunità accendevano fuochi per “aiutare” il
Sole d'inverno a riscaldare, un'usanza che si ritrovò poi fra i
cristiani che bruciavano legna nel proprio camino la vigilia di
Natale.
Non
sarebbe un male se la Chiesa cristiana avesse mutuato la festa della
nascita di Gesù da questi culti precedenti, poiché significherebbe
una continuità con una saggezza vetusta, ben più antica del I o del
IV secolo d.C., quando Papa Giulio I fissò il giorno del Natale.
Così
possiamo anche noi celebrare accendendo fiammelle – di candele,
ceri, lumini, fuocherelli... Magari, se siamo cristiani, nel presepio
o accanto a un'immagine sacra.
Fuoco
natalizio a Belgrado, nel cui clima rigido il calore delle fiamme è
assai gradito
E
augurarci che ci sia luce nel cuore di ognuno sotto l'ombra
dell'abbraccio di Dio.
Forse
la storiella che Babbo Natale vive al Polo Nord non è così
fantastica? Potrebbe essere uno sciamano dei coriacchi siberiani?
Moolynaut,
una sciamana coriacca che Jon Turk, autore di The Raven's Gift
(“Il dono del corvo”), scrive di aver incontrato nel 2000 nel
villaggio siberiano di Vyvenka. Sul tavolo, un manifesto con
l'Amanita muscaria
La
notte del solstizio d'inverno o qualche giorno prima, questi
sacerdoti raccolgono l'Amanita muscaria (mukhomor
nella lingua tungusa locale) che gli permetterà di compiere
il loro viaggio mistico al pino che sta sulla Stella Polare,
ricevendone consigli per tutta la comunità.
Struttura
chimica della psilocibina, principio psicoattivo contenuto
nell'Amanita muscaria
Questi
funghi allucinogeni e velenosi crescono proprio sotto i pini, e ai
loro rami o in una calza sul focolare li appende lo sciamano per
farli essiccare prima di consumarli. Oppure li fa mangiare alle
renne, che ne eliminano le tossine con la digestione. Poi lo sciamano
beve l'urina successiva della bestia.
Tatiana
Urkachen,
sciamana evenki della Kamchatka. Qualcuno ha visto nel suo vestito
una somiglianza con quello di Babbo Natale
Tatiana
Urkachen spiega l'uso dell'Amanita muscaria nella sua cultura
Fa
sempre piacere ricevere un regalo? No. Ci sono i cosiddetti “regali
sbagliati”. Per ovviare alla delusione, o almeno lenirla,
bisognerebbe guidare il pensiero non verso l'oggetto, ma verso l'atto
del dono (meglio se accompagnato da una frase prediletta delle feste natalizie: "Se non ti piace, lo puoi cambiare").
Può
risultare più difficile quando il regalo sbagliato viene da un
conoscente intimo, poiché lo si prende come una distanza emotiva e
affettiva, sino al mesto pensiero: “Non mi conosce”. Ma, in
fondo, anche chi vuole bene a una persona può farle un regalo
sbagliato, perché asintonico.
Comunque,
il modo per essere assolutamente sicuri di avere il regalo giusto è
riceverlo dalla persona che conosce meglio i nostri gusti: noi
stessi.
Il
regalo migliore che si può fare è dare amore. Dare amore anche a se
stessi, compreso facendosi un bel regalo. Con gusto, non con
tristezza o disagio, perché così va il mondo e queste sono
esperienze comuni.
A
chi si ama è più facile regalare. Ma a Natale tocca spesso fare
doni un po' forzatamente, soprattutto quando i soldi per comprarli
scarseggiano. Allora conviene sortir nel cuore il gusto di donare e
dedicarsi a una piacevole “caccia al tesoro”.
Comunque,
il regalo migliore che si può fare è dare amore. Anche in questo
caso non è necessario fare doni grandi e importanti: ognuno dia
quello che riesce. Magari basta una parola buona, un sorriso, una
pacca sulla spalla...
“A
Natale siamo tutti più buoni”, recita un motto divenuto popolare.
Natale, come tutti gli altri giorni, è costituito da ventiquattro
ore. Un anno ha, nel calendario gregoriano, 365 giorni.
Natale
è una festa religiosa cristiana in cui si festeggia la nascita di
Gesù. Ma Gesù (e chiunque altro) sarebbe più contento se fossimo
più buoni a Natale che il resto dell'anno o viceversa?
Allora
facciamo un patto: a Natale siamo tutti più cattivi, ma il resto
dell'anno siamo tutti più buoni! Suvvia, non è difficile: parenti
invisi, regali forzati, spese aggiuntive, freddo, stomaci pesanti...
The Muppet Christmas Carol
Midnight Riders,
All
I Want for Christmas is (to Kick Your Ass)
Forse
lo era più facilmente e diffusamente in altri tempi e situazioni.
Periodi nei quali si doveva risparmiare parecchio sul cibo, quindi
Natale era l'attesissima occasione unica per rimpinzarsi di
leccornie. Periodi nei quali le famiglie erano ampie e unite, quindi
si trovava sempre un parente con cui andare d'accordo quel giorno.
Per esempio i bambini non si scocciavano perché erano in tanti a
giocare.
In
questa congiuntura storica, sembra che le relazioni umane anche
intime siano troppo spesso precarie, sicché tante famiglie sono
frammentate. Natale può forzare a incontri sgraditi e faticosi, dove
s'avverte pure una solitudine simile a quella di chi in tali
occasioni è solo materialmente. Poi s'aggiungono ricordi, bilanci...
Bill
Murray canta Kung Fu Christmas (1975)
Ma
25 dicembre è l'attribuzione di una convenzione temporale, che da un
punto di vista fisico non è diversa dalla convenzione temporale del
20 o del 27 dicembre. Nel mezzo dell'Oceano Indiano, uno squalo
distingue il 25 dicembre dal 27? È la nostra mente umana,
individuale e “collettiva”, ad assegnarvi significati
particolari. Come li assegna, può toglierli.
Quanti
giorni passano infruttuosi, sprecati, negativi, tristi, faticosi,
scocciati...? Se il Natale non piace, coraggio: è solo uno di quei
giorni, solo qualche ora di ventiquattro qualsiasi. Che sarà mai
(vedi i due post precedenti)?!
Viceversa,
si può scegliere il proprio Natale: un giorno qualsiasi – che più
garba – di festa, gioia, compagnia, regali e quant'altro si
desidera.
Steve
McQueen riproposto in una pubblicità della TAG Heuer
Sulla
quarta di copertina di Tecniche di resistenza interiore,
l'ultimo libro dello psicologo Pietro Trabucchi, compare questa
scritta: “Nella nostra società è presente una forte pressione
culturale volta a far sentire le persone deboli, fragili, incapaci di
affrontare le normali difficoltà che la vita presenta. In realtà
noi siamo progettati per resistere allo stress e per affrontare
qualsiasi disagio”.
Finalmente
qualcuno di competente l'ha detto pubblicamente!
Anni
fa, gli orologi TAG Heuer cominciarono a essere promossi con
lo slogan “Dont' crack under pressure”. Lo
si può dire anche dell'uomo: We
don't crack under pressure.
Pietro
Trabucchi è uno psicologo dello sport che sembra concentrare la sua
opera pubblica sul tema della resistenza mentale.
Il
dott. Trabucchi mentre fatica, e resiste, in prima persona
Ora
è uscito un suo nuovo libro: Tecniche
di resistenza interiore,
che viene presentato così: “Prima ancora che
economica, la crisi è interiore. Oggi nella nostra società si
registra un progressivo indebolimento delle forze mentali e
motivazionali degli individui. A quella che l’autore chiama 'la
resa interiore' concorrono fattori culturali, educativi e legati allo
stile di vita: ogni minima difficoltà viene affrontata per mezzo di
pillole o aiuti esterni. Lo sviluppo della volontà
individuale viene ostacolato poiché in antitesi con la
propensione al consumo. E le tecnologie digitali devastano la
capacità di rimanere concentrati anche per pochi istanti su di un
obiettivo. Miti come 'il talento' o le 'capacità innate' –
supportati dal ricorso ad una genetica fraintesa – erodono la
fiducia nelle proprie capacità. La mancanza di meritocrazia
disincentiva la fede nell’impegno come strumento per
raggiungere il successo. La costante dissociazione dal presente mina
il senso di realtà fino alle sue fondamenta corporee e percettive”.
Friedrich
Nietzche (1844-1900), il filosofo tedesco postulatore
dell'Über-Mensch
(“oltre-uomo”). In Ecce
Homo
scrisse: “Ich
bin kein Mensch, ich bin Dynamit”
(“Io non sono un uomo, sono dinamite”). Poi morì folle.
Resistere,
resistere, resistere! Impegno! Il primato della volontà!
Ma
che cupezza, che tensione!
Quando
nelle librerie italiane uscì il primo testo divulgativo di
Trabucchi, Resisto
dunque sono,
c'era in vendita anche il libro “Imparare a respirare” di Andy
Cave, una sorta di autobiografia alpinistica.
Andy
Cave respira l'aria “sottile” sulla parete del Changabang,
nell'Himalaya indiano (foto tratta dal sito
http://www.andycave.co.uk)
Fra
i due titoli una differenza che potrebbe essere paradigmatica:
“stringere i denti”, realizzarsi nella fatica, capacità di
“masticare amaro”... / ampi respiri di piacere, di sollievo, di
rilasciamento....
Se
imparassimo a usare bene quel nostro potentissimo alleato che è la
respirazione, forse diminuiremmo le occasioni in cui ci tocca
resistere?
Karl
Gustav Jung scrisse: “Ciò a cui si resiste persiste”.
Fermo
restando che di solito “In medio stat virtus”: talvolta
sarà meglio resistere (con morbidezza), talaltra lasciare andare
(con tonicità).
L'8
dicembre in Italia è la festa dell'Immacolata Concezione. Gli atei
non dovrebbero essere grati al cattolicesimo come religione di Stato
perché gli permette un giorno di vacanza?
Ma
cos'è l'Immacolata Concezione? Secondo l'interpretazione cristiana
diffusa, Maria di Nazareth partorì Gesù Bambino da vergine. Che
stupidaggine, pensano molti. È solo una favola, pensano molti altri.
Potrebbe
essere invece una metafora. Secondo il compianto mariologo Angelo
Maria Tentori,
la verginità della Madonna andrebbe intesa non tanto in senso
fisico, quanto morale e spirituale: Maria era d'animo puro,
immacolata nell'anima e nella mente.
Padre
Angelo Maria Tentori
Analogamente,
i cristiani ortodossi orientali credono che la Madonna avesse il dono
divino dell'assenza di peccati, quindi è la Panaghìa
(Παναγία):
“Tutta Santa”.
L'icona
della Panaghìa
del monastero di Vatopaidi, sul Monte Athos
Nel
cristianesimo si parla di “peccati mortali”. Con questo epiteto
si possono intendere atti che ci danno un po' di morte, non solo
morale, ma anche psichica.
I
comandamenti delle religioni classiche potrebbero essere intesi come
i consigli di un padre ai suoi figli che ama, per aiutarli a dare una
direzione fruttifera alla loro vita.
Sciamano
mongolo durante l'iniziazione di una sua discepola (foto tratta dal
sito http://www.unesco.org)
Nella
Messa cattolica, viene un momento in cui il sacerdote dice ai fedeli:
“Scambiatevi un segno di pace”. Allora questi si stringono la
mano reciprocamente e pronunciano delle parole. Fino a qualche anno
fa, queste erano abitualmente “La pace sia con te”. Un bambino
poteva stringere la mano al presidente della Repubblica, e comunque
in quel momento gli dava del tu, in quanto “fratelli” alla pari,
senza distinzioni.
Ma
da qualche tempo, la frase è spesso cambiata in “Pace e bene” o
semplicemente “Pace”. Molto più impersonale.
Non
è anche questo un segno, negativo, di maggior distanza fra le
persone, anche quelle che distanti non dovrebbero essere?
Un
giorno visitò l'Italia un vescovo della Chiesa cattolica egiziana, e
durante una Messa spiegò che da loro, al momento dello scambio della
pace, i fedeli si scambiano un bacio. Come si sentirebbero gli
italiani a fare lo stesso?
Eppure
quella di scambiarsi il segno della pace con un bacio, l'oscolo,
è la forma più tradizionale di questo rito. La sua prima
testimonianza si deve a san Giustino, che intorno al 155 scrisse:
“Quando il lettore ha terminato, il preposto
con un discorso ci ammonisce ed esorta ad imitare questi buoni
esempi. Poi tutti insieme ci alziamo in piedi ed innalziamo preghiere
sia per noi stessi… sia per gli altri… Finite le preghiere, ci
salutiamo l’un l’altro con un bacio” (Giustino di Nablus,
Apologia I, 65; 67). Solo
molti secoli dopo, il bacio verrà sostituito dall'abbraccio.
Papa Benedetto XVI scambia il segno
della pace col Patriarca di Costantinopoli
Nel 1970 uscì una canzone di Stephen
Stills dal titolo Love the One You're With, che diceva: “And
if you can't be with the one you love / Honey love the one your
with”. Non s'intenda la promiscuità sessuale, ma l'agape
fraterna.
David
Crosby, Stephen Stills, Graham Nash e Neil Young (il “super-gruppo”
C.S.N.Y.) cantano Love the One You're With nel loro epico
concerto 4 Way Street, del 7 aprile 1971
Meglio amare con animo altruista. Ma è
meglio amare per scopi egoistici che non amare. Come quelli che fanno
i volontari per sentirsi importanti. Almeno aiutano.
Un
individuo chiede al suo partner: “A quante persone hai detto 'ti
amo' prima di me?”. Più basso è il numero della riposta, più
felice è l'individuo. Ma no! Si dica “ti amo” copiosamente.
Gesù,
secondo la Chiesa cristiana, non ha detto “Vogliatevi bene come io
ho voluto bene a voi”, bensì “Amatevi come io ho amato voi”.
Qualcuno disse che, al momento della resa dei conti finale, Gesù
farà una sola domanda: “Hai amato?”. Certo, non s'intende eros
(ἔρως),
ma agape (ἀγάπη).
Forse
ci si può allenare all'amorevolezza, partendo dall'attitudine
mentale, dalla direzionalità dei propri pensieri. Dunque, da volere
bene a volere amare.
Nel
1959, delle suore missionarie italiane hanno fondato il St.
Mary's Lacor Hospital
a Gulu, nel nord dell'Uganda. Oggi quest'ospedale non-profit
ha 482
letti e cura più di
250.000 pazienti all'anno, il 32%
dei quali bambini
sotto i cinque anni. Vi lavora solo personale ugandese e, sede
universitaria, ha circa 350 studenti.
Per
saperne di più ed eventualmente per offrire il proprio contributo:
L'operazione
di polizia denominata “Mondo di mezzo” ha coinvolto Massimo
Carminati, ex Nar (Nuclei armati rivoluzionari). Quindi è accusato
di Nar-cotraffico? No, di traffico di extra-comunitari.
Da
parecchi anni, la situazione italiana di zingari ed extracomunitari
era immutata. La notte fra il 10 e l'11 novembre 2014, nel quartiere
romano di Tor Sapienza scoppia una protesta rivoltosa contro zingari
ed extracomunitari.
Manifestanti
a Tor Sapienza
Qualche
giorno dopo, scoppia lo scandalo dei politici romani che speculavano
sui fondi monetari destinati a zingari ed extracomunitari. È casuale
una contiguità tanto stretta fra i due episodi?
(immagine
tratta dal sito http://www.formiche.net)
La
mente umana ha una forte tendenza al sacro. Quindi le feste religiose
hanno rivestito grande importanza sin dagli albori della civiltà
umana.
Dell'attuale
secolarizzazione imperante fa parte la sostituzione di Gesù Bambino
con Babbo Natale. Ma è bene che una figura infantile laica –
perché ormai scollegata da San Nicola – sostituisca una religiosa?
San
Nicola, chiamato in olandese Sinter Klaas, da
cui Santa Claus
Questo
Babbo Natale sta cercando di recapitare i doni o di scassinare un
appartamento?
La
risposta alle forze dell'ordine
Billy
Bob Thornton interpreta Santa Claus nel film “Babbo bastardo”
(Bad
Santa,
2003)
Certe famiglie risolvono la questione coniugando le due figure: Babbo Natale è l'aiutante di Gesù Bambino che gli recapita le letterine dei bambini.
Quest'anno,
la prima pubblicità televisiva natalizia è stata trasmessa a metà
novembre. Alla fine del mese arrivano, immancabili come l'evacuazione
intestinale, i “bambini Bauli”.
Lo
stesso dott. Bauli, in un'intervista televisiva, ha spiegato che
nelle pubblicità di solito si mette il nice
touch.
Lui l'ha tradotto con “tocco gentile”, noi preferiamo “tocco
carino”.
Spesso
questo elemento è fornito da bimbi. Ma nella pubblicità della Bauli
è un tocco melenso, sdolcinato. Da anni questi poveri bambini
ammorbano gli spettatori con le loro vocine impostate e affettate che
cantano “A Natale si può amare di più... A Natale si può fare di
più per noi”. Due contraddizioni: se fanno girare le scatole alla
gente con quel ritornello, la predispongono meno ad amare. Secondo:
altruismo (amare) o egoismo (fare per se stessi)?
Allora
è il caso di lasciar libero corso, invece, all'indignazione per lo
sfruttamento dell'infanzia: questi bimbi saltano fuori solo a Natale.
Dove li tengono rinchiusi il resto dell'anno?!
Politici,
istituzioni, associazioni di volontariato, privati cittadini... tutti
si mobilitino per liberare i “bambini Bauli” (e noi tutti)!
Scena
del film “Babbo bastardo”. Merman (l'attore Brett Kelly), il
bambino coprotagonista, non è un personaggio adorabile?