domenica 28 settembre 2014

Modificazioni socio-fisiche

Quando una cosa si diffonde molto, a poco a poco diventa per la gente “normale”.
Nel 2014, cosa c'è di male nella chirurgia cosmetica? Una modificazione artificiale della natura? Ma lo sono anche le terapie mediche (pillole, chirurgia, cure odontoiatriche...), tatuaggi, interventi dei parrucchieri, maquillage, abbigliamento ecc.
Per natura siamo nudi, ci ammaliamo, i denti si guastano, le unghie s'allungano, i capelli crescono, cadono e incanutiscono, la pelle si modifica...
Però la chirurgia cosmetica nella maggior parte dei casi attua una modifica semi-permanente, al contrario delle pillole, dell'abbigliamento e del trucco. Anche tante cure mediche.
Però la chirurgia cosmetica – lo dice il nome stesso, differenziandola da quella ricostruttiva – non è strettamente necessaria alla preservazione della vita o di una sua qualità accettabile; come non lo sono una certa automobile, un certo vestito, un certo telefono cellulare.
Invece potrebbero esserlo, nei tanti casi in cui con pena il soggetto avverte dall'ambiente dove vive forti pressioni sociali a uniformarsi a determinati canoni.


Si pensi al mondo dello spettacolo, dove pare che pressoché nessuna donna riesca, più o meno volentieri, a evitare interventi di medicina estetica dopo una certa età.

Dennis Avner, soprannominato Cat Man (“Uomo Gatto”); chirurgia cosmetica non per uniformarsi, ma al contrario per distinguersi. Pure troppo?

Un aforisma racconta di un re che viveva nel suo castello sopra a un villaggio. Un giorno la fonte del borgo s'inquinò, facendo impazzire chiunque ne bevesse l'acqua. Così, a poco a poco tutti gli abitanti del villaggio subirono quella sorte, e il re si ritrovò a essere l'unico sano di mente. Però avvertiva una tale solitudine, che a un certo punto decise di bere anche lui l'acqua inquinata.


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