Quando una cosa si diffonde molto, a
poco a poco diventa per la gente “normale”.
Nel 2014, cosa c'è di male nella
chirurgia cosmetica? Una modificazione artificiale della natura? Ma lo
sono anche le terapie mediche (pillole, chirurgia, cure
odontoiatriche...), tatuaggi, interventi dei parrucchieri,
maquillage, abbigliamento ecc.
Per natura siamo nudi, ci ammaliamo, i
denti si guastano, le unghie s'allungano, i capelli crescono, cadono e incanutiscono, la
pelle si modifica...
Però la chirurgia cosmetica nella
maggior parte dei casi attua una modifica semi-permanente, al
contrario delle pillole, dell'abbigliamento e del trucco. Anche tante
cure mediche.
Però la chirurgia cosmetica – lo dice
il nome stesso, differenziandola da quella ricostruttiva – non è
strettamente necessaria alla preservazione della vita o di una sua
qualità accettabile; come non lo sono una certa automobile, un certo
vestito, un certo telefono cellulare.
Invece potrebbero esserlo, nei tanti
casi in cui con pena il soggetto avverte dall'ambiente dove vive
forti pressioni sociali a uniformarsi a determinati canoni.
Si pensi al mondo dello spettacolo,
dove pare che pressoché nessuna donna riesca, più o meno
volentieri, a evitare interventi di medicina estetica dopo una certa
età.
Dennis Avner, soprannominato Cat Man
(“Uomo Gatto”); chirurgia cosmetica non per uniformarsi, ma al
contrario per distinguersi. Pure troppo?
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Un aforisma racconta di un re che
viveva nel suo castello sopra a un villaggio. Un giorno la fonte del
borgo s'inquinò, facendo impazzire chiunque ne bevesse l'acqua.
Così, a poco a poco tutti gli abitanti del villaggio subirono quella
sorte, e il re si ritrovò a essere l'unico sano di mente. Però
avvertiva una tale solitudine, che a un certo punto decise di bere
anche lui l'acqua inquinata.
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