Tutta una serie di fontanelle pubbliche di Milano è soprannominata “drago verde”, per il colore del fusto (verde) e la forma del beccuccio (drago). Non bisogna premere nulla, l'acqua fuoriesce costantemente dalla bocca del drago; se viene chiusa con un dito, ecco zampillare un sottile getto d'acqua da un buchetto nella fronte dello stesso.
La testa ottonata del drago, col
buchino in fronte
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Un tempo i ragazzi senza molti soldi da
spendere in locali notturni, si scambiavano questo dialogo ironico:
“Andiamo a bere qualcosa?”. “Va bene, dove?”. “Al 'drago
verde'!”, ché era gratis.
Da tempo, però, il numero di queste
fontanelle è diminuito, non perché l'acqua pubblica erogata a
Milano non sia potabile; al contrario, i dati chimico-fisici ne
rivelano la buona qualità.
Ci sarà fra gli urbanisti del Comune
un fondamentalista cristiano nemico dei draghi in quanto simbolo
biblico del male? Oppure la causa è al solito il commercio?
Diminuiscono i “draghi verdi”, aumentano quelle bottigliette
d'acqua da mezzo litro che la gente in giro per la città può
acquistare un po' dappertutto. Il loro rapporto quantità/prezzo è
alto, forse giustificato dalla comodità di trasporto? Quanta
plastica in più!
E se la gente tornasse a usare le
borracce, riempiendole con l'acqua del rubinetto di casa? Se tornasse
a usare la schisceta, portandosi il cibo cucinato a casa
invece di acquistarlo nei fast food?
Vecchia borraccia, con panno
termoregolatore: panno asciutto per liquido caldo; panno bagnato per
liquido fresco
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Ma se il venditore di bottigliette non
riceve le monete per le bottigliette, non compra il motorino a suo
figlio, il meccanico non compra l'anello a sua moglie, il gioielliere
non compra l'appartamento alla sua amante... “È l'economia,
bellezza!”.
Mario Draghi, dal 2011 Presidente della
Banca centrale europea, non è sensibile alla paventata estinzione
dei suoi omonimi meneghini?
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