sabato 2 maggio 2015

Nepal: giornalisti inopportuni?

Dopo il terremoto, in Nepal c'è una preoccupante carenza di alloggi, servizi igienici, cibo e perfino acqua potabile. Chi può, si trasferisce dalla capitale Kathmandu ai villaggi.
Così, tanti nepalesi che vivono all'estero hanno deciso di non tornare in patria per non peggiorare questa situazione.

Militari indiani lanciano provviste da un elicottero nel villaggio nepalese di Laprak, distretto di Gorkha (foto Athit Perawongmetha/Reuters)

In compenso, almeno i principali media di notizie italiani e di tante altre nazioni del mondo hanno piazzato un cronista a Kathmandu. Ognuno di loro deve mangiare, bere, dormire ed espletare bisogni corporei; ognuno di loro ha cibo, acqua, alloggio che non avrà un terremotato.

Richard Engel, cronista della NBC, è volato in Nepal da Istanbul subito dopo il terremoto (foto NBC)

Non si potrebbe far lavorare i giornalisti nepalesi che vivono lì, mandando loro le notizie e le immagini al resto del mondo?
Non sarebbe meglio che, in questo momento di emergenza, uno straniero si recasse in Nepal solo se ha capacità e competenze per aiutare i terremotati con modalità che non possono essere attuate dai locali?

Sanjay Gupta è neurochirurgo all’Emory Healthcare di Atlanta, ma per il terremoto è stato mandato in Nepal come giornalista della CNN; così ha potuto fornire aiuto nell'operazione al cranio di una ragazza nepalese di quindici anni

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