Un uomo e una donna italiani si stanno
recando alla stazione Centrale di Milano, quando li coglie un intenso
acquazzone. Non hanno ombrello, e l'unico posto vicino dove ripararsi
è il tendone esterno di un rivenditore turco
di kebap, in Piazza
Duca d'Aosta, 12.
I due si mettono lì sotto e dicono al
cameriere se per favore possono ripararsi cinque minuti. Dopo tre, il
cameriere esce di nuovo e comunica che dall'interno gli hanno chiesto
di dire che o prendono qualcosa o devono andarsene. L'uomo commenta
la decisione dei gestori così: “Che bastardi...”; la donna dice
al cameriere che volevano restare lì solo poco, dacché cinque
minuti dopo avrebbero dovuto salire comunque sul treno, pioggia o non
pioggia. Ai due, il cameriere replica allargando le braccia in segno
di impotenza.
Il negozio in questione, a un centinaio
di metri dalla Centrale
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Entrati alfine in stazione, i due
scorgono un banchetto approntato dal Comune di Milano con la scritta
“Emergenza Siria”.
Fra il 2 e il 4 luglio sono arrivati in
Centrale altri mille profughi siriani, con donne e bambini, da
aggiungersi ai circa seimila da ottobre al primo giugno.
In quei giorni, l'assessore
Pierfrancesco Majorino ha dichiarato: “Non possiamo più
fronteggiare da soli questa emergenza. Stiamo pensando di requisire
le palestre delle scuole per realizzare dormitori, ma non basta”.
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Volontari assistono profughi siriani
alla stazione Centrale (foto tratta dal sito http://www.almaghrebiya.it/?p=46072)
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Don Roberto Davanzo, direttore della
Caritas Ambrosiana, informava: “Stiamo facendo molto e faremo
ancora di più. Ma non è solo una questione di spazi. L'aspetto più
impegnativo è legato alle persone che devono gestire l'accoglienza,
quotidianamente, in modo dignitoso. Sono oltre tremila i profughi che
direttamente e ogni giorno abbiamo assistito in questi tre mesi in
strutture nostre e del Comune. La fatica e l’angoscia che leggiamo
negli occhi dei siriani che arrivano alla stazione Centrale ci
spingono solo a chinare la testa e a darci da fare”.
Molti rifugiati giungono la sera anche
alla moschea di viale Jenner, che non solo gli consente di pregare,
ma poi li ospita per la notte.
Così anche il sindaco Giuliano Pisapia
dichiara via Facebook: "Il mio ringraziamento va ancora
una volta alle tante associazioni di volontariato, ai dipendenti
comunali, alla Curia, alla Caritas Ambrosiana e ai singoli cittadini
che da mesi si stanno impegnando con noi per dare una dignitosa
accoglienza a chi sta fuggendo dalla guerra in Siria e dalla
dittatura in Eritrea. Il Comune di Milano da ottobre a oggi ha
soccorso oltre 12mila persone, di cui il 30 per cento bambini”.
Un detto moderno recita: “Milàn
col coeur in man” (“Milano col cuore in mano”). Ovvio, non
tutti.
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