lunedì 14 luglio 2014

Contraddizioni accorate

Un uomo e una donna italiani si stanno recando alla stazione Centrale di Milano, quando li coglie un intenso acquazzone. Non hanno ombrello, e l'unico posto vicino dove ripararsi è il tendone esterno di un rivenditore turco di kebap, in Piazza Duca d'Aosta, 12.
I due si mettono lì sotto e dicono al cameriere se per favore possono ripararsi cinque minuti. Dopo tre, il cameriere esce di nuovo e comunica che dall'interno gli hanno chiesto di dire che o prendono qualcosa o devono andarsene. L'uomo commenta la decisione dei gestori così: “Che bastardi...”; la donna dice al cameriere che volevano restare lì solo poco, dacché cinque minuti dopo avrebbero dovuto salire comunque sul treno, pioggia o non pioggia. Ai due, il cameriere replica allargando le braccia in segno di impotenza.
Il negozio in questione, a un centinaio di metri dalla Centrale

Entrati alfine in stazione, i due scorgono un banchetto approntato dal Comune di Milano con la scritta “Emergenza Siria”.
Fra il 2 e il 4 luglio sono arrivati in Centrale altri mille profughi siriani, con donne e bambini, da aggiungersi ai circa seimila da ottobre al primo giugno.
In quei giorni, l'assessore Pierfrancesco Majorino ha dichiarato: “Non possiamo più fronteggiare da soli questa emergenza. Stiamo pensando di requisire le palestre delle scuole per realizzare dormitori, ma non basta”.

Volontari assistono profughi siriani alla stazione Centrale (foto tratta dal sito http://www.almaghrebiya.it/?p=46072)
Don Roberto Davanzo, direttore della Caritas Ambrosiana, informava: “Stiamo facendo molto e faremo ancora di più. Ma non è solo una questione di spazi. L'aspetto più impegnativo è legato alle persone che devono gestire l'accoglienza, quotidianamente, in modo dignitoso. Sono oltre tremila i profughi che direttamente e ogni giorno abbiamo assistito in questi tre mesi in strutture nostre e del Comune. La fatica e l’angoscia che leggiamo negli occhi dei siriani che arrivano alla stazione Centrale ci spingono solo a chinare la testa e a darci da fare”.
Molti rifugiati giungono la sera anche alla moschea di viale Jenner, che non solo gli consente di pregare, ma poi li ospita per la notte.
Così anche il sindaco Giuliano Pisapia dichiara via Facebook: "Il mio ringraziamento va ancora una volta alle tante associazioni di volontariato, ai dipendenti comunali, alla Curia, alla Caritas Ambrosiana e ai singoli cittadini che da mesi si stanno impegnando con noi per dare una dignitosa accoglienza a chi sta fuggendo dalla guerra in Siria e dalla dittatura in Eritrea. Il Comune di Milano da ottobre a oggi ha soccorso oltre 12mila persone, di cui il 30 per cento bambini”.
Un detto moderno recita: “Milàn col coeur in man” (“Milano col cuore in mano”). Ovvio, non tutti.

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