venerdì 7 agosto 2015

Dottoresse vanitose


Una giovane donna di bell'aspetto è laureata in Medicina e Chirurgia. Potrebbe dunque impersonare l'ideale ellenico di essere umano: kalos kai agazos (καλὸς καὶ ἀγαθός). Invece scatta quella trappola che si chiama superbia, e che elimina molta della virtù ἀγαθός.
Taluni diventano superbi per via della loro bellezza; taluni per l'intelligenza; taluni per la cultura; taluni per la ricchezza... Se un individuo è sia bello, sia colto, ha due possibili induzioni a essere superbo.
A ogni pie' sospinto la vanitosa sottolinea di essere medico, anche a sproposito; più espressioni infelici come “Mi piace collezionare albini” (intende lo studio di questa mutazione genetica). Nella palestra che frequenta, sta facendo un esercizio con le spalle al muro; ma quando gli astanti parlano di lombalgia, si affretta a girarsi per volgere loro le terga, sporgere il sedere nei pantaloni aderentissimi e cinguettare: “Io soffro di lordosi, vedete?”.
Per lo meno, e fortunatamente, costei si rende conto di non essere adatta al contatto coi pazienti, sicché ha scelto una specializzazione medica che lo richiede poco. Confida altresì che le sarebbe piaciuto invece aprire un negozio di oggetti di moda.
Allora perché ha faticato tanto per la sua laurea? Forse per l'ambizione, superba, di prestigio?

“Una volta non c’era la mutua, e i medici se la passavano bene. Quasi tutti diventavano ricchi, alcuni ricchissimi. Una laurea in medicina era una gran laurea. Oggi, purtroppo, c’è la mutua” (Alberto Sordi ne Il medico della mutua, 1968)

Passati gli esami scolastici di maturità, è il momento delle iscrizioni all'università. Il corso di Medicina e Chirurgia è assai gettonato, perché laurea prestigiosa.
Da anni, per accedervi bisogna superare un test d'ingresso, di tipo nozionistico. Sarebbe invece meglio che tale prova selezionasse i possibili medici futuri non in base alle loro conoscenze scolastiche di matematica, fisica, biologia e chimica, ma in base alla loro attitudine psicologica alla professione. Tanto più che le une si possono acquisire studiando, l'altra no.

Il dottor Albert Schweitzer (1875-1965), premio Nobel per la pace nel 1952

Nessun commento:

Posta un commento