Finalmente ci siamo: pochi giorni
all'inizio dell'Expo di Milano. Quando fu annunciato,
il 31 marzo 2008, sembrava un evento remoto, e invece è arrivato in un attimo; uno
di quei casi in cui si dice: “Come passa il tempo!”.
L'importante è che non sia, come
potrebbe minacciare il suo tema, un caravanserraglio di crapuloni.
Alberto Sordi nei panni di Nando
Mericoni nel film Un americano a Roma (1954): “Macarone ...
m'hai provocato e io
te distruggo, macarone! Io me
te magno!”
In media il popolo del Nepal (si
pronuncia con l'accento sulla a) è uno dei più gradevoli al mondo
con cui avere a che fare. Allora perché, se esiste una giustizia
divina, è capitato a loro un cataclisma come il terremoto di ieri?
Ancor di più: per la maggior parte i nepalesi sono bravi devoti di
induismo o buddismo. Allora perché i loro numi non li hanno
protetti?
Il grande cenotafio (stupa) di
Boudhanath, a Kathmandu, con gli occhi onniveggenti e protettivi del
Buddha
Si dice che le vie del Cielo sono
imperscrutabili. Si dice pure che Dio non dà mai a una persona una
prova che essa non sappia superare.
In effetti, più di uno scalatore ha
notato come i suoi portatori nepalesi (sherpa, tamang o
di altre etnie locali) avessero un atteggiamento forte, comunque
tinto di fatalismo, verso la morte accidentale in montagna.
Magari lo stesso ambiente aspro, tra
foreste e alte montagne, ha contribuito nei secoli a formare non solo
le loro fedi, ma anche questa loro mentalità.
Monaco buddista di etnia sherpa
conduce una cerimonia religiosa (puja) di buon auspicio
durante una spedizione alpinistica nell'Himalaya nepalese
Dunque è forse possibile sperare che
per molti nepalesi, proprio grazie alle loro fedi e alla loro
mentalità, la tragedia del terremoto sia meno difficile da
sopportare che per altri? Come trenta chili sono più facili da
portare per un giovane culturista di cento, che per un'anziana di
cinquanta chili? Non si può che augurargli almeno questo.
Operazioni di soccorso a Durbar Square
di Basantapur, nel circondario di Kathmandu
(foto
di Cyril F. Hooper per Stars & Stripes,
1945 circa)
Ovviamente è un'enorme fortuna che in
Italia non ci sia una guerra da settant'anni. Ma questo significa
anche che gli odierni sopravvissuti i quali ne sono stati testimoni
oculari sono sempre meno, per naturali questioni anagrafiche.
Leggere di una guerra o vederla sullo
schermo in un documentario non è la stessa cosa che sentirla
raccontare da chi l'ha vissuta, guardandolo negli occhi di persona
(basti pensare alle visite agli ex campi di concentramento nazisti
con la guida di ex internati).
Il poliziotto Fabio Tortosa ha scritto
sulla sua pagina facebook: “Io sono uno degli 80 del VII
Nucleo. Io ero quella notte alla Diaz. Io ci rientrerei mille e mille
volte”.
Come al solito, giusto due giorni di
polverone politico e mediatico, nei quali l'agente viene sospeso dal
servizio.
Fabio Tortosa (foto ansa)
Pare che il protagonista abbia svelato
alla sua dirimpettaia, rinomata black blok ottantenne: “Ma
cos'hanno capito?! Io intendevo la scuola Diaz di Bergamo dove ho
fatto le le elementari, non quella di Genova!”.
La Corte europea dei diritti umani ha
condannato l'Italia per tortura nell'incursione della polizia alla
Scuola Diaz di Genova, durante il G8 del luglio 2001.
Questa sera se ne discute in una
trasmissione televisiva, al cui dibattito partecipano Luca Casarini e
Gianluca Salvatori, poiché in quei giorni erano presenti a Genova su
fronti opposti. Si potrebbe tuttavia dire che li accomuna un tratto:
nessuno dei due ha la faccia da buono?
“Come il volto è l’immagine
dell’anima, gli occhi ne sono gli interpreti” (Marco Tullio
Cicerone).
“Gli unici occhi belli sono quelli
che vi guardano con tenerezza” (Coco Chanel).
Luca Casarini, attualmente membro della
presidenza nazionale del partito Sinistra Ecologia Libertà
Gianluca
Salvatori, attualmente Segretario provinciale della Questura di Roma
(foto tratta dal sito www.vebidoo.com)
Se in questo momento si digitano le
parole “parlamentare Forza Italia” sul motore di ricerca Google,
fra le prime cento foto che compaiono, ottantotto sono di donne e
dodici di uomini.
Questa è la prima foto che appare;
ritrae Anna Maria Bernini
Lungo la via ci sono
parcheggi perpendicolari alla strada. Ne cerchi avidamente uno. Ti
sembra di scorgerne uno pochi metri più avanti, ti precipiti, inizi
a svoltare per entrarci, ma ecco che compare alfine l'automobile che
lo occupa, piccola piccola, tanto che era nascosta dalle altre
macchine nei parcheggi di fianco!
Michelle e Barak Obama, presidente
degli Stati Uniti d'America e signora, assistono dinoccolati al
concerto in onore di Carlos Santana al Kennedy Center.
Elisabeth
e Franz Joseph I (1830-1916),
imperatore d'Austria e signora, assistevano irrigiditi ai concerti di
Josef Strauß nella Zeremoniensaal
(“Sala delle cerimonie”) dell'Hofburg.
“Secondo Mario Giuliacci il giorno
per cui è più difficile fare le previsioni meteo è Pasqua. 'È una
delle previsioni più disgraziate per i meteorologi, perché in quel
periodo l'atmosfera è soggetta a notevoli cambiamenti. Anche
all'interno della stessa giornata il tempo può cambiare in maniera
molto rapida'”.
Fotomontaggio con Mario Giuliacci,
meteorologo (immagine tratta dal sito it.paperblog.com)
Un altro inverno è
passato, con pochissima nebbia nella zona di Milano, manco fitta
e onnipresente come trent'anni fa. A meno che quella di oggi non si
veda.
“Ma
scusa, cosa disse Mezzacapa?
'Quando c'è la nebbia non si vede'” (Totò a Peppino De Filippo in
Totò, Peppino e
la malafemmina).
Antonio
Caponi: “Ci vorrebbe qualcuno che ci mettesse aggiorno. Per andare
a Milano non è una cosa semplice”.
Mezzacapa:
“Qualcuno... E allora io qua che ci sto a fare. Tutti mi chiamano
'il Milanese'”.
Peppino
Caponi: “Mezzacapa, ma parliamoci chiaro: voi siete stato veramente
a Milano?”.
Mezzacapa:
Eccome, non ci sono stato? Ho fatto il militare nel ’31...”.
Antonio
Caponi: “No, dico io…”.
Mezzacapa:
“Cavalleria…”.
Antonio
Caponi: “Mezzacapa, e i milanesi, quando vi vedevano, che
dicevano?”.
Mezzacapa:
“Che devono dire...”.
Antonio
Caponi: “No, dico, quando camminavate per la strada…”.
Mezzacapa:
“Beh?!”.
Antonio
Caponi: “Beh, questo tipo straniero, va!”.
Mezzacapa:
“Ma per carità… Che, si andavano ad accorgere di me, a Milano?
Ma voi non avete idea Milano che cosa sia”.
Peppino
Caponi: “Parlano, parlano, eh?”.
Mezzacapa:
“Parlano? Ma Milano è una grande città!”.
Antonio
Caponi: “Camminano, camminano… come noi?”.
Mezzacapa:
“Camminano? C’è un traffico enorme. Anzi, vi dovete stare
accorti, eh! Là attraversare la strada è una cosa pericolosa”.
Antonio
Caponi: “Oh, e chi attraversa! Chi si muove, per carità!”.
Mezzacapa:
“Certo, certo non è una città. Vero, il clima non è come qui da
noi. Lì è un clima più rigido, eh, vento, neve...”.
Antonio
Caponi: “Freddo?”.
Mezzacapa:
“Freddo. Le bufère…”.
Antonio
Caponi: “Le bùfere”.
Peppino
Caponi: “Ci sono, le bùfere?”.
Mezzacapa:
“Eccome!”.
Peppino
Caponi: “Per la strada?”.
Antonio
Caponi: “Per la strada”.
Mezzacapa:
“Per la strada, dappertutto”.
Antonio
Caponi: “Capirai, entrano nei palazzi, salgono le scale… eh, che
ne so!”.
Mezzacapa:
“Acqua, vento… e nebbia! Eh… nebbia, nebbia!”.
Antonio
Caponi: “Ah, questo m’impressiona. Tutto, ma la nebbia...”.
Mezzacapa:
“A Milano, quando c’è la nebbia non si vede”.
Antonio
Caponi: “Perbacco… e chi la vede?”.
Mezzacapa:
“Cosa?”.
Antonio
Caponi: “Questa nebbia, dico”.
Mezzacapa:
“Nessuno”.
Antonio
Caponi: “Ma, dico, se i milanesi, a Milano, quando c’è la
nebbia, non vedono, come si fa a vedere che c’è la nebbia a
Milano?”.
Mezzacapa:
“No, ma per carità, ma quella non è una cosa che si può
toccare”.
Peppino
Caponi: “Ah, ecco”.
Antonio
Caponi: “Non si tocca, non si tocca”.
Peppino
Caponi: “Ma io, a parte questa nebbia, io non la tocco, per carità…
Ma adesso, se noi dobbiamo incontrare a nostro nipote, questa
cantante, come li vediamo, dove li troviamo?”.
Antonio
Caponi: “Già! Eh già, non ci avevo pensato”.
Mezzacapa:
“È facile: la cantante, quella c’ha il nome sul manifesto”.
Antonio
Caponi: “Hai capito? A Milano, quando c’è la nebbia, mettono i
nomi sui manifesti. Dice: chi mi vuol trovare, io sto qua”.
Il giudice ha decretato
che il posto di lavoro di Luca Lupi gli sarà tolto per darlo a un
ingegnere fresco di laurea, proveniente da famiglia umile e che s'è
mantenuto agli studi lavorando, per poi diplomarsi col massimo dei
voti. L'orologio Rolex da
10.350 euro di Luca Lupi sarà invece venduto e il ricavato devoluto
in beneficenza.
Allora la famiglia Lupi e
sodali hanno dichiarato che è un sopruso e un incaponimento, perché
fanno tutti così, ma solo loro vengono perseguiti. È logico e
perfino naturale che un padre eserciti il suo potere per procurare
benefici al figlio. È logico che amici abbienti di una famiglia
abbiente le facciano regali di valore.
Il giudice risponde che è
vero, ma loro sono stati “la goccia che ha fatto traboccare il
vaso”, e quindi i primi a essere sanzionati. Seguiranno tutti gli
altri, finché il sistema generale di nepotismo non sarà cambiato.
Probabilmente è inutile
specificare che quella sopra è una fiaba, non la realtà.
La bellezza è l'armonia delle
proporzioni delle parti. Questa formulazione dell'estetica apollinea
di pitagorica e poi nietzschiana memoria può spiegare l'attrazione
nei maschi umani per le femminee “gambe lunghe”?
Difatti, non s'intende la misura degli
arti inferiori di per sé, ma rispetto a quella del busto. Una
ricerca ha stabilito che le proporzioni predilette delle gambe
femminili sono 1,4 volte la lunghezza della parte superiore del
corpo.
La musicista statunitense Sheryl Crow:
si noti il rapporto fra la lunghezza delle sue gambe e quella del suo
busto
Uno studio dell'Università di Wroclaw,
in Polonia, ha poi decretato che pure le donne preferiscono gli
uomini con le “gambe lunghe”. I ricercatori hanno chiesto a più
di duecento volontari maschi e femmine di giudicare il grado di
attrazione di sette uomini e donne. Questi ultimi erano alti uguali,
ma le loro gambe erano più lunghe, rispettivamente, del 5, 10 e 15
per cento rispetto alla norma sociale. La maggior parte dei volontari
preferì chi presentava il 5 per cento.
“Papà Gambalunga” (titolo
originale: Daddy Long Legs) è un film del 1955 con Fred
Astair
"Le gambe più corte sono
associate a certe patologie… diabete di tipo 2… patologie
cardiovascolari, quindi la gente preferisce gambe leggermente più
lunghe perché sono indice di salute”, ha dichiarato Martie
Haselton, professore associato di psicologia alla UCLA.
I personaggi televisivi Michelle
Hunziker, Ilary Blasi e Belen Rodriguez sono famosi anche per la loro
bellezza, nonostante abbiano le gambe piuttosto “corte”
Sembra però non siano frequenti gli
individui con le gambe lunghe in proporzione al resto del corpo.
In alcune etnie, per esempio tra i
centro africani, sono più ricorrenti che in altre; mentre lo sono
assai di meno nei popoli dell'Estremo Oriente (il fisico delle nuove
generazioni sta cambiando parallelamente all'alimentazione).
Vecchia foto di una ragazza giapponese
Kong Yan Song, modella cinese famosa
per le sue gambe lunghe
L'etiope Abebe Bikila vinse la maratona
alle Olimpiadi di Roma del 1960 correndo scalzo. Il suo era un tipico
fisico ectomorfo
Allora, per ovviare alle gambe non
lunghe, si ricorre a strategie come certo abbigliamento o i tacchi
alti, che pare già inventò Leonardo da Vinci.
pantaloni su)
In Cina, oggi il primo Paese al mondo
per il ricorso alla chirurgia estetica, tante donne sono disposte a
una soluzione molto più estrema: la distrazione
osteogenetica secondo la metodica Ilizarov, dal medico russo
che la inventò.
Gamba di una donna cinese con
l'apparato di Ilizarov
Il prof. Gavril Abramovich
Ilizarov (1921-1992) col suo fissatore esterno
Nel 1981 il prof. Antonio
Bianchi Maiocchi fu probabilmente il principale introduttore di
questa tecnica in Italia, dove da anni operano due ortopedici
russi suoi esperti: Valeri Maltsev e Alexander
Kirienko.
Il prof. Ilizarov, a destra, in sala
operatoria all'Ospedale di Lecco (foto tratta dal sito
http://www.asami.org/asami_story/)
Il dr Kirienko indossa per
dimostrazione un apparato di Ilizarov in Cina
Ma
la percezione di lei cambia un po', dopo aver letto che “emanava
un lieve odore di sudore”
nell'autobiografia di Rupert Everett, Red
Carpets and Other Banana Skins?
Una teoria ipotizza che, per un'atavica
spinta psico-biologica, il maschio umano sarebbe attratto da
manifestazioni di vitalità nella donna, che comprendono, per
esempio, tonicità muscolare e cutanea, allegria, assertività,
simpatia, sorrisi ecc.
La bella conduttrice televisiva Ilary
Blasi mostra talune caratteristiche suddette. Ma quanta della sua
sensualità scompare repentinamente allorché si mette a ballare,
goffa come un burattino di legno maneggiato da un puparo in
ipotermia?
Ilary Blasi in uno dei suoi simpatici
balletti con l'altro conduttore attuale della trasmissione televisiva
Le iene, Teo Mammuccari
La negazione dell'aforisma di George
Bernard Shaw: “La danza è un'espressione verticale di un desiderio
orizzontale”? La conferma della frase di Karl Kraus “Il ballo è
la frustrazione verticale di un desiderio orizzontale”?
Ilary Blasi da anni è conduttrice
della trasmissione televisiva Le iene. Tale programma ha
dedicato servizi d'inchiesta e denuncia al gioco d'azzardo in Italia
legalizzato. Il calciatore Francesco Totti è il marito di Ilary
Blasi; da qualche tempo recita in una pubblicità televisiva del
gioco d'azzardo legalizzato.
Ilary Blasi e Francesco Totti
Francesco Totti nell'ultima pubblicità
di Lottomatica
Giulio Golia, e Filippo Roma sono
giornalisti della trasmissione suddetta, che ha dedicato servizi
d'inchiesta e denuncia a commerci illeciti di cinesi in Italia. Ora i
due recitano in una pubblicità televisiva accanto a coprotagonisti
cinesi (che peraltro gridano senza motivo e senza realismo).
Anche l'accoppiata
calciatore-“velina” (cioè un'avvenente soubrette) ha
avuto un predecessore negli Stati Uniti: il capitano della squadra di
football del liceo e la capitana delle cheerleader.
Elisabetta Canalis e Bobo
Vieri, gli italici albori della coppia calciatore-“velina”